VIVERE
VIAGGIANDO
IN SUD AMERICA
di Gianluca
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25 Aprile 2004
ultimi giorni vallartesi
"sopra
l'entrata dell'oracolo che porta il suo nome, Delphi,
c'era
scritta la salutare frase 'conosci te stesso'.
E
tutto ciò che conosci
è
che la sua serena sicurezza
ti
dice che egli sa esattamente essere un delfino,
e
che ben pochi uomini hanno la prudenza di essere uomini".
(da ``Innamorasi di un Delfino`` poesia di Heathcote Williams)
Yoruba
Densi come la fibra di un legno centenario, nelle cui vene scorre il caldo e denso sangue di una terra selvaggia e compulsivi come uno stato di ebrezza lungamente inseguito, dove la realta` si dissolve in una pozione onirica di follia emotiva, i brividi scuotono i muscoli e alterano le coscienze. Il plesso solare con ruggito di leone impone dominio scandendo pulsazioni e la colonna vertebrale, attraversata da una cascata di energia, si scuote come una vipera colpita da un fulmine. Gli occhi ribaltati, le braccia indolenzite, le calde mani temprate da colpi selvaggi e ormai insensibili al dolore, i sensi avvolti da una tempesta di sabbia; in extasy o in trance.
La Musica Tribale dell`Africa.
Forse un po` pittoresco ma e` propio cosi`. Gli ``ensamble`` di questo tipo di musica, generalmente composti di una decina di elementi, raggiungono intensita`tali al punto da generare stati di alterazione mentale.
Ma quali sono gli strumenti che compongono questo tipo di musica dell`Africa occidentale (Guinea, Burkina Faso, Costa d`Avorio, Ghana, Senegal, Mali…) ?
Solo ed unicamente percussioni… il Tamburo, primo strumento creato dall`uomo nella terra dove l`uomo e` nato.
Il Djembee e` il classico tamburo dalla forma a clessidra che si suona direttamente con le mani e poi il Dum Dum, il Sang Bang e il Kenkeny`. Questi ultimi sono tamburi dalla forma cilindrica tappati con pelli di vacca alle due estremita`; una delle due pelli si percuote con una mazza e con l`altra mano ci si accompagna suonando una campana posta al centro del corpo del tamburo che si adagia orizzontalmente su un apposito sostegno (il piu` delle volte una sedia).
Il Dum Dum e` il piu` grande ed ha quindi il suono piu` grave, seguono poi il Sang Bang e il Kenkeny`; questi tre tamburi vengono chiamati bassi perche` strutturano il ritmo. Un basso suona una base che si fonde alla pefezione con quelle degli altri due; quindi, tre beat differenti creano la colonna portante della musica. Anche i Djembee, a volte, seguono basi differenti tra loro e servono da accompagnamento; a dirigire queste organizzatissime composizioni e` il Djembee solista che, a parte fare assoli, come un direttore d`orchestra scandisce le entrate, le variazioni, le accelerezioni, i cambi di volume e le chiusure.
Ogni ritmo ha il suo propio canto nel dialetto della tribu` che lo ha creato ed a volte sono vecchi di centinaia d`anni.
Insieme a Massimo, Chester e Javier ho formato un ensamble che eha avuto abbastanza successo a Puerto Vallarta. Eravamo solo in quattro ma anche cosi` siamo riusciti a far ballere tantissime persone.
Il nome del gruppo era Yoruba, dal nome di un`antica tribu` africana che arrivo`, grazie al drammatico influsso della schiavitu`, fino a terra cubana. Nei caraibi gli Yoruba conservarono e svilupparono le loro tradizioni musicali e religiose, ebbero una notevole influenza in quella fusione di due stili musicali che oggi chiamamo musica afro-latina.
Al giorno d`oggi Yoruba e` anche una ramificazione delle molte religioni tribali cubane, prima tra tutte la Santeria.
All`inizio Yoruba voleva essere un progetto multidisciplinale : io sono giocoliere, Massi trampoliere, Javier se la cava anche con il Kendo o Ba (bastone per le arti marziali con due stoppini incendiati alle estremita`) e Chester e` attore da circa 16 anni e forse il migliore giocoliere di ``catene infuocate`` che abbia mai visto.
Avendone i mezzi volevamo creare uno spettacolo audiovisuale da poter vendere agli hotels di Puertto Vallarta ma… la musica era la vera anima del gruppo e alla fine (lo ammetto, forse anche un po` per pigrizia) ci dedicammo solo ed esclusivamente ai nostri ritmi, o quasi.
Il primo concerto vero e propio e` stato ad un bar che si chiama Cactus dove il lunedi` e` serata di microfono aperto : chiunque e` libero di passare sul palco a proporre la propia musica e chiedere mance ai clienti. Mi ricordo che quando arrivammo il bar era pieno di americani e prima di noi uno di loro si esibi` cantando un paio di canzoni country con la sua chitarra e la gente lo applaudi` pigramente dai tavoli senza troppo entusiasmo (a parte i suoi amici). Venne il nostro turno e tutti ci gurdavano incuriositi : chi erano quei ragazzotti sgangherati con quegli strani tamburi? Inghiottimmo tutta la nostra timidezza e cominciammo a suonare con tutte le nostre forze e … : in due minuti il bar si trasformo` in una festa africana dove tutti ballavano, gridavano ed appludivano. Suonammo tre ritmi e la gente ci chiese tre bis, nel nostro cappello piovevano banconote da 5 e da 10 dollari, tutti volevano parlarci e scoprire da dove accidenti avevamo tirato fuori quella musica cosi` originale e coinvolgente… un successo! Il gestore del bar, Rob (una persona eccezionale nonche` uno dei tipi piu` ``strani`` che abbia mai incontrato), ci prego` di tornare ogni lunedi` sera e ci chiese se poteva annunciarci. Naturalmente accettammo e cosi` ogni settimana avevamo il nostro pubblico ad aspettarci al Cactus. Rob lavora duro da anni per fare del Cactus un punto di riferimento per i musicisti di Puerto Vallarta, sono decine le band che ha aiutato a sfondare nell`ambito cittadino e questo signore americano dall`aria trasandata ha trovato in Messico il suo ambiente naturale circondato da mixer ed amplificatori. L`ultimo regalo che Rob ci brindo` fu di resgistrare il nostro ultimo concerto, di mixarlo e di produrre e distribuire un CD in vivo che sembra stia vendendo abbastanza bene in citta`. Ci regalo` tutte le copie che volevamo (e a me che sono ancora qui continua a darmene quante ne voglio) per poterle vendere per conto nostro. Quando una ragazza entusiasta mi ha chiesto di autografare la sua copia appena acquistata e` stato come realizzare un sogno.
Molte persone ci chiesero come contattarci per le loro feste private. Come contattarci? Per la prima volta nella vita dei quettro componenti dei Yoruba divenne necessario possedere…
Il cellulare
Questo strano elettrodomestico che comincio` a riempire di squilli le nostre giornate divenne uno strumento di lavoro indespensabile quasi come i tamburi.
A partire dal mese di Dicembre cominciammo a suonare in bar, feste private, eventi culturali, discoteche, radio, ristoranti… i nostri concerti erano ampliati dalle performance di Chester e Javier con i loro attrezzi di fuoco e in un paio di occasioni da una mia esibizione con clave e monociclo e da Massimo che ogni tanto suonava sui trampoli.
Un piccolo villaggio chiamato Zayulita, una spiaggia di surfisti, divenne il nostro punto di incontro per gli spettacoli in strada (i piu` belli) e sempre in questo villaggio conoscemmo un gruppo di giocolieri argentini, 12 in tutto tra ragazzi e ragazze, con i quali demmo un unico spettacolo all`anfiteatro ``Los Arcos`` sul lungomare di Puerto Vallarta.
Tra i concerti degli Yoruba, cosi`tanti in cosi` poco tempo, ricordo quello all`Opera, l`unico centro culturale di Vallarta nonche` sala cinematografica di cinema alternativo, e quello allo Yatch Club di Yelapa.
Yelapa e` un minuscolo villaggio nel sud della baia, raggiungibile solo via mare e quindi privo di automobili, un piccolo paradiso fatto di vicoli intrecciati tra la sierra e una piccola laguna, due graziose cascate, mare trasparente e un`ambiente informale, un po` Hippy e molto apprezzato dal signor Bob Dylan. Lo Yatch Club e` un piccolo ristorante in riva al mare dove la propietria Elena ci invito` a suonare in cambio di vitto e alloggio, spese per il viaggio e sopratutto tanta amicizia e simpatia. Verso le dieci di sera allo Yatch Club le luci si abbassano ed Elena riempe la terrazza panoramica di musica ballabilissima, dal reggae al funky, dalla salsa all`elettronica ``New Age``, e la romantica cena si trasforma in una intima festa tra amici. Ricordo con Amore quella bellissima notte dove gli Yoruba suonarono uno dei loro migliori concerti e conobbi molta bellissima gente tra le quali Kate, un`incantevole scrittrice americana.
La Banda
Ma come erano formati gli Yoruba? Io, suonavo i bassi. Essendo solamente in quattro a volte dovevo suonarne due allo stesso tempo e Massi e Javier si turnavano sul terzo.
Chester era il djembee d`accompagnamento e a dirigire il tutto a volte era Massi e a volte Javier, i due veri maestri del gruppo.
Ma a parte i musicisti si puo` dire che gli Yoruba erano composti anche da altre persone :
qui in Messico la parola ``banda`` puo` avere un significato molto sottile che indica una complicita` tra amici che appartengono tutti allo stesso gruppo. La Banda degli Yoruba era formata da diverse persone. C`era Pepe che si dava sempre da fare per trovarci contatti, un vero e propio manager. C`era poi Andrea che era la fotografa-camarografa del gruppo e che ci aiutava sempre a passare il cappello nei nostri concerti in strada. C`era Michelle che ci dava buoni consigli e che ci sopportava quando la notte giocavamo a dadi con Pepe (mi son dimenticato di dirvi che tutta questa gente resto` da noi per un mese, fino a quando non si trovarono una casa).
Tanta altra gente ha avuto a fare con noi e non esagero quando dico che avevamo anche delle fan o veri e propi groupies che ci seguivano in ogni luogo e in ogni concerto.
Tutta questa gente ci accompagno` durante la notte di capodanno quando suonammo in due posti diversi. In effetti e` stato un capodanno piuttosto strano, festeggiato quattro volte : il primo brindisi alle 17 :00 del 31 ora messicana, ovvero la mezzanotte in Italia (la patria non si dimentica), il secondo alle 22 :00 ovvero la mezzanotte in Quebec in onore di Michelle e di altre due amiche canadesi; dopo la mezzanotte nello stato di Jalisco viaggiammo a ritroso nel tempo e ritornammo nel 2003 dello stato di Nayarit (vi ho gia` parlato della vicinanza tra i due fusi orari) dove eravamo attesi per suonare in una festa privata.
L`addio
Gli Yoruba non erano ricchi, il discorso sul lavoro dell`artista di strada e` valido anche in questo caso. La maggior parte delle volte accettavamo di suonare per pochi Pesos e per il semplice gusto di farlo, paradossalmente i concerti meno pagati erano i piu` belli (Yelapa) e chissa` perche` ma quando ci offrivano 100 dollari a testa per suonare in una festa privata le nostre esibizioni erano sempre piuttosto mosce.
Gli Yoruba erano un buon gruppo musicale ma dei pessimi uomini d`affari, avremmo potuto guadagnare facilmente il doppio o il triplo di quello che facevamo ma non ne eravamo capaci o meglio, non ci interessava. Questo era l`unico problema del gruppo : sapevamo di avere grandi potenzialita` e il fatto di non essere capaci o di non volerne sapere di utilizzarle ci stressava parecchio.
Ma perche` non si puo` vivere tranquillamente suonando un tamburo e basta?
Chester, Javier e Massi pensavano che sarebbe stato piu` divertente e sano continuare a suonare viaggiando, esibendosi lontano dalla mondanita` e dagli eccessi turistici che con lo spirito africano e con quello del viaggiatore non hanno nulla a che fare. Io la penso esattamente come loro ma ho voglia di sperimentare cose differenti e Puerto Vallarta mi sta` offrendo occasioni forse irripetibili.
I primi di Febbraio venne il momento di dire Adios e i miei tre amici ricominciarono a vagabondare seguendo il loro istinto e regalando musica, energia ed allegria a chiunque abbia voglia di fare festa insieme a loro. Buona Fortuna Compañeros!
Tursiope
Mi nuota incontro cercando le mie mani, io gliele porgo e lei le fa scorrere sul suo corpo o le tiene vicine al muso pregandomi di avvicinarci il mio, per potermi guardare negli occhi, per potersi sentire ancora piu` vicina a me; mi sta` di fronte in posizione verticale aspettando le mie mani sulla sua pancia e dopo le carezze le avventure : io aggrappato a lei saettando sul fondo della piscina o io aggrappato a lei che cerca di innalzarsi il piu` possibile al di fuori della superfice dell`acqua, poi ancora il gioco degli occhi che si cercano,si riconoscono, si salutano e poi si chiudono in fiducioso abbandono.
Mille giochi abbiamo io e Osiris : a volte mi porta a spasso spingendo i miei piedi con il suo muso, a volte nuotiamo in circolo fianco a fianco, sempre piu` rapidi finche` la danza si conclude con un gran balzo di lei felice ed emozionata, a volte quando mi e` vicina si capovolge pancia in su`, io le afferro le pinne pettorali e iniseme nuotiamo o ci facciamo cullare dalla tranquillita` dell`acqua e a volte i miei piedi si appoggiano sulla sua coda come se volessimo avvicinare le nostre speci scoprendone le similitudini.
E quando faccio il ``morto`` Osiris arriva dolcemente toccandomi il piede o la mano e spesse volte la spalla indolenzita. Ci cerchiamo, ci cerchiamo sempre; il nostro feeling si evidenzia quando stiamo lavorando, quando le acque sono invase da bambini strillanti, lei cerca in me la presenza amica a cui potersi rivoglere, lo sguardo d`intesa o il gesto benevolo che ti dice che tutto va bene.
Micheal Ende e` uno dei miei scrittori preferiti, dalla sua fantastica immaginazione e` nata ``La Storia Infinita`` un opera che consiglio a tutti.
Nel libro un argomento che il pur ottimo film (il primo) non approfondisce abbastanza e` quello riguardante i sogni; non mi ricordo chi mi disse che qualsiasi cosa ci immaginiamo esiste per il semplice fatto di essere stata immaginata… Micheal Ende ci dice che i sogni si realizzano sempre altrimenti non sarebbero sogni ma solamente qualcosa che non si e` desiderato abbastanza (una semplice ``voglia di`` ma non, appunto, un sogno).
Difficile il compito di far ingranare queste belle affermazioni nel complicato ingranaggio della vita ordinata e materiale della nostra realta`; riflessioni molto inteligenti, interessanti, che tutti dovremmo approfondire individualmente.
A livello personale io ho constatato che la formula funziona, molto e` dovuto alla fortuna ma chissa` anche che le cose non bisogna andarsele un po` a cercare; fatto sta` che i miei sogni, probabilmente quelli che ho realmente desiderato ed inseguito, a volte si realizzano veramente grazie anche alle continue ``coincidenze`` che la vita ci regala con tutta la sua saggezza.
Da bambino leggevo e sapevo tutto cio` che riguarda dinosauri, squali, orche marine, delfini e cetacei in generale; inutile dire che uno dei miei sogni era di avere a che fare direttamente con alcuni di questi animali. Per ragioni spazio-temporali i dinosauri sono un po tagliati fuori, ma i delfini…
Cosa c`e` di cosi` bello come il mare? Per la prima volta in vita mia sto` vivendo in riva all`oceano che e` diventato parte integrante del mio panorama visivo quotidiano. Tutti siamo attratti dal mare che fu la nostra culla e il nostro asilo nel lungo corso dell`evoluzione. E le creature marine sono piene di fascino e mistero per noi uomini ormai esiliati sulla terra ferma.
Nuotare con due delfini, giocare con loro, imparare da loro e (perche` no?) insegnare loro qualcosa e` forse il piu` grande privilegio che mi ha brindato la vita fino ad ora.
Da meta` gennaio passo le mie giornate in compagnia di due Tursiops Truncatus ovvero delfini dal naso di bottiglia. Tutto inizio` da un inserzione del gia citato ``Mano a Mano`` in cui un parco acquatico cercava un assistente per nuoto con i delfini. Non avevo idea di cosa si trattasse ma per la semplice ragione di avere a che fare con i cetacei mi fiondai immediatamente al parco per una intervista. Avevo tutti i requisiti richiesti per il lavoro (saper nuotare e saper parlare inglese) piu` un asso nella manica regalatomi ancora una volta dalle coincidenze della vita : il ragazzo che mi intervisto` e` un addestratore che lavora in un famoso parco acquatico di Citta` del Messico, propio lo stesso dove si esibisce come clown il mio amico Gabriel che, guarda caso, risulto` essere compagno di baldoria del mio intervistatore!
Il mattino dopo iniziai il mio nuovo lavoro.
Il mio nuovo lavoro con i Delfini
Nel nuovissimo delfinario del parco acquatico Splash (www.splashvallarta.com) dallo scorso mese di Dicembre vivono due delfini dal naso di bottiglia : Richard, il maschio di dodici anni d`eta` e Osiris, una femmina di nove anni; insieme a loro c`e` una squadra di quattro persone : Monica, addestratrice da 16 anni; Rene`, 4 anni di esperienza; Carolina, nuova del mestiere ed il sottoscritto. Siamo noi la famiglia dei delfini, ci occupiamo del loro cibo, della loro salute, del loro lavoro e della loro allegria.
Con questi nuovi amici ho ritrovato il gusto di discutere sugli animali con la stessa passione di quando ero bambino, specialmente con Rene` passo ore analizzando vecchi libri di biologia ricostruendo l`evoluzione dei cetacei o cercando di ricordare le ramificazioni dei vari sottogruppi degli odontoceti. Cose che possono interessare soltanto uno scienzato o, appunto, un bambino. E non posso non citare il signor Alfredo, un ragazzo cubano simpaticissimo e molto buffo che e` il camarografo incaricato di filmare e vendere ai i clienti i loro nuoti con i delfini; la simpatia, l`allegria e la bellezza di Carolina che e` assistente come me; la professionalita` di Monica che mi ha insegnato cosi` tante cose ed il suo pappagallo: Oliver, inseparabile dalla sua padrona e che a dire il vero non mi sta troppo simpatico (anche se gli voglio bene).
Come si addestra un mammifero marino?
La tecnica del rinforzo e` quella che da i migliori risultati : si premia l`animale ogni qualvolta compia adeguatamente l`esercizio richiesto. Esistono due tipi di rinforzi : il primario e il secondario; il primo consiste in cibo, il secondo in carezze, coccole e il regalo di giocattoli. Con i cetacei si comunica tramite segnali con le mani e l`uso del fischietto; con i leoni marini si comiunica tramite parole in inglese o in tedesco, come con i cani.
Nel caso dei deflini uno strumento di lavoro importantissimo dell`addestratore e` il Terget, un semplice tubo di plastica con all`estremita` un galleggiante. Tra le prima cose che i delfini devono imparare e` seguire il galleggiante del target : se ad esempio vogliamo insegnare ad un delfino a saltare, colpiamo con il target la superficie dell`acqua e poi l`alziamo rapidamente in aria, se il deflino seguira` la traettoria del target compira` un balzo e varra` quindi premiato con un rinforzo primario. I rinforzi secondari vengono dati ai delfini dopo una sessione di lavoro particolarmente brillante.
Un`inteligenza differente dalla nostra
Tra le cose piu` sorprendenti che ho scoperto dal contatto diretto con i delfini, una e` la loro inteligenza. Tutti sappiamo che questi animali dispongono di facolta` mentali eccezionali ma e` piu` difficile riuscire a concepirle e comprenderle : il tipo d`inteligenza dei delfini e` assolutamente diversa della nostra, noi siamo animali terrestri e loro creature acquatiche.
Solamente osservandoli, solamente giocando con loro, solamente confrontandosi con loro si puo` riuscire a capire che i delfini vedono e vivono il mondo in modo peculiare; anch`essi pensano e ragionano ma per riuscirci si sono dovuti adattare ad un ambiente in cui i suoni si propagano ad una velocita` differente, dove la forza di gravita` e` differente, dove la viscosita` e` un elemento fondamentale che influisce sullo svolgersi della vita.
Il sonar dei delfini, che gli ecoscandagli delle navi riescono solo rozzamente ad imitare, e` sorprendente : capaci di emettere piu` di 5000 tra suoni e ultrasuoni, i delfini posseggono un loro linguaggio o forse qualcosa di ancora piu` evoluto. Ogni volta che mi tuffo in piscina, al momento dell`impatto con l`acqua i delfini rivolgono a me la loro attenzione, non si girano semplicemente a guardarmi ma lanciano verso di me le onde sonore del loro sonar in un concerto di fischi e gemiti; queste onde sono capaci di riconoscermi e localizzarmi, di misurare la densita` e il calore del mio corpo ed infine di riconoscere le mie emozioni e il mio stato di salute, sia mentale che fisico. Tramite il sonar questi sensibili animali possono capire se c`e` qualcosa che non va e riescono anche a determinarne le ragioni, e` sorprendente ma se quando entro in acqua non ho intenzione di stare con loro (se, ad esmpio, devo fare qualche lavoro) semplicemente mi lasciano stare e Osiris ha capito da tempo il problema dell`inflammazione alla mia spalla e ogni volta che sto` con lei appoggia la sua fronte (dietro la quale vi e` il sonar) sulla parte indolenzita, c`e` chi dice che le onde sonore dell`ecoscandaglio abbiano effetti curativi.
Anche tra di loro, in gruppo, agiscono esattamente nello stesso modo; per un delfino la domanda ``Come stai?`` pottrebbe risultare sciocca, superflua o semplicemente troppo primitiva.
Da una ventina d`anni circa, ricercatori di tutto il mondo si stanno rendendo conto degli effetti positivi della delfinoterapia. Un insieme di fattori rende incredibilmente benefico, specialmente per i bambini autistici, stare in acqua con questi splendidi animali : il semplice contatto dell`acqua che avvolge il corpo provoca una sensazione di rilassamento e benessere che puo` essere amplificato quando l`acqua e` salata e permette di galleggiare meglio. L`aspetto sorridente, la bellezza e l`armoniosita` di un delfino attrae e conquista; il loro carattere giocoso, la loro curiosita` e il tipo di interazione sempre rivolta a sperimentare giochi nuovi e a rompere stereotipi stimola e aiuta persone chiuse in se stesse e che vivono in una gabbia di comportamenti ripetitivi (gli autistici).
Ho letto diversi articoli che mostrano risultati imperssionanti, ecco cosa un bambino autistico ha scritto sul suo computer dopo aver provato la delfinoterapia : “Io ero fantino di un delfino in acqua, dono di mare limpido e serena compagnia di Marina, signora di delfini. Molto desideroso, pietoso, mansueto, paziente, felice, ben accetto da mamma, da Antonella, da Marina, buoni con la mia persona. I delfini baciavano i miei piedi e passavano sotto la mia pancia.” (Francesco ha 11 anni ed ha praticato la delfinoterapia al delfinario di Rimini)
A parte leggere ho avuto l`esperienza diretta di stare in acqua, in compagnia dei delfni, insieme ad un bambino autistico. Il mio Amico Curtis ha 12 anni, e` nato a Mosca ma venne adottato da una famiglia canadese quando aveva un anno. Fin dalla tenera eta` Curtis smise di parlare ed entro` in uno stato di isolameto estremo tipico degli autisitci ma da alcuni anni la madre adottiva lo porta regolarmente in Messico per farlo nuotare con i delfini.
Quando e` arrivato al delfinario Curtis appariva spaventato, non riconosceva la nuova installazione (aveva nuotato in precedenza nella vecchia piscina del parco) e gli avevano detto che i delfini con cui avrebbe nuotato non erano quelli che lui conosceva. Durante i preparativi del nuoto non mi rivolgeva mai la parola per quanto la sua educatrice lo invitasse a parlare con me, una volta raggiunto il bordo della piscina la sua attenzione cadde immediatamente sui delfini ed una volta in acqua Curtis mi si avvicinava e prestava moltissima attenzione alle mie istruzioni su come fare per giocare con i delfini. Riusciva ad eseguire alla perfezione tutti gli esercizi insieme a loro e minuto dopo minuto Curtis cominciava a fare domande, ad emozionarsi e a distaccarsi dalla sua educatrice e a nuotare da solo. La settimana dopo Curtis torno` al parco per un altra sessione, appena mi vide mi corse incontro e mi prese la mano, mi chiamo` col mio nome e mi chiese se i delfini si lancessaro dai tobogans del parco che a lui facevano tanta paura.
In acqua sembrava rilassarsi sempre di piu` e parve dimenticarsi della sua educatrice rivolgendo altrove la sua attenzione : a me, di cui ormai si fidava e sopratutto ai delfini che cortesemente lo invitavano a giocare, lo sorprendevano ogni volta che nuotavano sotto i suoi piedi, lo divertivano con i loro simpatici fischi e si facevano accarezzare permettendo a Curtis di sentire la soavita` del loro corpo. Il bambino faceva interventi quasi sempre pertinenti e partecipava attivamente alla sessione che questa volta era di gruppo.
Uscendo dall`acqua tutti eravamo contenti e il sorriso indelebile di Curtis ci riempi` d`amore e ci fece apprezzare cose semplici come l`essere vivi.
Nel delfinario ho conosciuto un delfinterapeuta che si chiama Eliazar, persona estremamente tranquilla che sempre ti parla lentamente e con calma, i suoi gesti sono pacati e capaci di avvolgerti in un aura magica di beatitudine. Un giorno mi disse : ``Il delfino e` un essere bello, non e` nessun angelo o dio ma semplicemente una creatura contenta, che sa come vivere la sua esistenza e capace di farci sentire bene``. Questo nuovo Amico mi ha parlato tanto e sono tante le cose che mi ha insegnato.
Tra le tante cose che ho imparato sui delfini vi sono anche alcune bellissime storie e leggende, Platone ne descriveva le virtu` e i romani ne erano amici.
Sembra che in ogni luogo della terra gli uomini li adorino; in Amazzonia esiste un delfino fluviale di colore rosato e quasi cieco, localmente chiamato “boto”. Ogni pescatore ha il suo personale boto, che risponde a un fischio di richiamo e, con il suo sonar, lo aiuta ad individuare i banchi di pesce nelle acque fangose del fiume. Si narra che questi delfini, in condizioni particolari, possano trasformarsi in bellissimi uomini o donne per unirsi alla gente del luogo. In questo modo vengono spiegate molte gravidanze indesiderate; ai bambini che nascono vengono spesso dati nomi come Bofo, Botu o simili.
Le mie giornate
Com`e` la mia giornata di lavoro? Entro alle nove e la prima cosa da fare e` prepare il cibo degli animali : tra i sette e i dieci kilogrammi di pesce a testa (la quantita` e il tipo di pesce cambia a seconda della salute dei delfini, della giornata di lavoro e dalle condizioni climatiche). Quindi il somministro delle vitamine agli animali e un controllo medico, la sterilizzazione della stanza di preparazione del pesce e della clinica e la rimozione dei giocattoli dei delfini dalla piscina per poter permettere lo svolgimento delle attivita`.
Alle dieci il primo nuoto (dopo ogni sessione bisogna sterilizzare i secchielli del pesce e riempirli per la sessione successiva) ed un ispezione dell`area di lavoro. Alle dodici il secondo nuoto, dopodiche` una pausa di un ora e mezza fino alla sessione successiva, alle due. In questa pausa le attivita` cambiano a secondo delle necessita` : bisogna fabbricare nuovi giocattoli per gli animali, bisogna perlustrare il fondo della piscina per rimuovere foglie, oggetti e pesci andati perduti e a volte dobbiamo fare piccole riunioni per discutere il progresso degli allenamenti, la salute dei delfini, l`organizzazione dei nuoti o semplici aggiornamenti su temi come biologia, veterinaria, psicologia animale, eccetera.
Quindi dopo il terzo nuoto mezz`ora per mangiare e alle quattro l`ultima sessione; la giornata finisce alle cinque, dopo aver sterilizzato di nuovo la stanza del pesce, aver estratto dalla camera di congelazione il cibo per il giorno successivo, aver lasciato ai delfini i loro giocattoli e un`altra perlustrazione del fondo della piscina
Con cosa giocano i delfini? Cerchi di plastica di tutte le dimensioni, materassini, palle e qualsiasi altra cosa venga in mente agli allenatori, sempre che siano giocattoli sicuri per gli animali.
Approfitto ogni momento libero della mia giornata per stare in acqua a giocare con Richard e Osiris e devo dire che sono davvero un maestro per trovare questi ritagli di tempo. A volte, quando davvero di tempo non ne ho, resto in acqua con loro dopo aver finito di lavorare e spesso il sabato (unico giorno di riposo mio e dei delfini) lo passo in compagnia dei miei amici marini.
Nel parco ci sono anche tre leoni marini : Pepe, l`enorme maschio e quindi Heidi e Lola, le femmine. Hanno altri addestratori e quindi io non mi occupo di loro, ma ci sono comunque diventato amico ed il mio sogno e` di ``lanciare`` Pepe da uno dei tobogans del parco acquatico (purtroppo non credo che gradirebbe).
Ultimamente il nuoto con delfini e` molto di moda nei parchi acquatici dei paesi dove e` permesso (in Italia non si puo`) e centinaia di persone pagano prezzi salatissimi pur di passare mezz`ora in compagnia di questi splendidi animali.
Com`e` un nuoto con i delfini? Prima di entrare in acqua una breve lezione di biologia cetacea e dopo essersi infilati l`obbligatorio giubbotto di salvataggio si salta in piscina dove per mezz`ora gli addestratori ti fanno giocare con gli animali.
Nel nostro programma si comincia con un giretto per la piscina aggrappandosi alle due pinne dorsali dei delfini, poi l`emozione di un delfino che ti salta volandoti sopra la testa, si continua facendoli ``cantare``, ballare, dandogli da mangiare, un bacio e quindi gli ultimi cinque minuti nell`acqua accarezzando i delfini che ti girano intorno. Il tutto per 140 Dollari! L`esperienza di poter stare in acqua con questi animali e` veramente fantastica, pero` devo ammettere che io non pagherai mai cosi` tanti soldi. Come addestratori non possiamo permetterci di correre il rischio che un delfino, animale dolcissimo ma pur sempre un animale, possa ferire anche solo involontariamente qualcuno (o che un turista idiota faccia del male agli animali) e quindi l`interazione tra nuotatore ed animale e` purtroppo limitata e molto controllata ed e` esattamente questo il lavoro dell`assistente di nuoto.
Devo sempre stare in acqua con i clienti, aiutadoli e controllandoli. Allo stesso tempo devo prestare attenzione ai delfini ed agli ordini che gli addestratori ripartiscono loro; non e` affatto semplice anche perche` il tutto deve sembrare il piu` naturale e facile possibile e dobbiamo anche animare e divertire la gente. E` necessaria una perfetta intesa e coodrinazione tra addestratore-delfino, addestratore-assistente e delfino-assistente-cliente.
La mia amicizia con Osiris
Gia` dall`inizio di questo paragrafo riguardante i delfini si puo` capire che ho stretto con Osiris un`amicizia molto forte.
Io e lei lavoriamo insieme : durante una meta` del nuoto con i delfini la gente e`divisa in due gruppi, quattro persone con me ed Osiris e quattro persone con Carolina e Richard,
e` quindi ovvio che abbia una migliore intesa insieme a lei ed in effetti ci adoriamo; quando qualche amico viene a trovarci al delfinario e prova nuotare con i delfini (al di fuori di una sessione di lavoro) Osiris gli si avvicina solamente se ci sono li anch`io.
E` molto piu` socievole di Richard ed e` considerata da tutti, anche da chi di delfini ne ha conosciuti parecchi, eccezionalmente inteligente, particolarmente bella e con un carattere molto speciale. Quando la alleniamo impara velocissima e cerca sempre nuovi stimoli; spesso capisce quale esercizio abbiamo intenzione di chiederele e lo esegue ancora prima che glielo ordiniamo mettendoci in difficolta` con le sue anticipazioni che sono, da un punto di vista educativo, mancanza di disciplina. Naturalmente Osiris non legge nel pensiero (almeno credo!) ma indovina cosa dovra` fare da alcuni indizi come ad esempio la disposizione della gente in acqua, in fila piuttosto che in circolo.
Sembra che in passato un paio di persone abbiano dovuto rinunciare all`idea di addestrarla forse perche` in realta` era lei ad addestrare loro.
Richard invece e` un delfino tranquillo, poco socievole e un po` goffo ma comunque dolcissimo. Monica mi ha detto che questi due delfini sono stati per lei i piu` difficili da addestrare in tutta la sua carriera.
Nel caso di Richard un motivo fondamentale e` che ha in cattivita` meno di un anno.
C`e` qualcosa di triste e spiacevole nel lavoro con i delfini : vedere animali cosi` belli costretti a vivere in una piscina. E` il nostro piu` grande dilemma, e` un terribile peso da sopportare; l`unica consolazione e` che i delfini in cattivita` hanno bisogno di qualcuno che si prenda cura di loro, se non li posso liberare li posso almeno aiutare ad essere felici. Gli allenamenti e l`apprendistato sono importantissimi per la salute mentale dei delfini cosi` come lo e` l`amicizia che si deve brindare loro, tenerli occupati e distrarli senza pero` farli lavorare troppo (un massimo di due ore al giorno) e senza quindi stressarli.
Un mio sogno di bambino si e` dunque avverato ma non continuera` a lungo.
Mentre leggete queste righe non sono di gia` piu` insieme ad Osiris e Richard che continueranno comunque ad avere persone buone ad occuparsi amorosamente di loro.
Io devo continuare a viaggare, tra qualche giorno io e Michelle accenderemo il nostro Acquario (il nome del furgone) e ripartiremo a vagabondare per le terre messicane.
E` stato duro salutare i miei amici marini, la sera prima dell`addio una lacrima ha rigato il mio volto mentre ripensavo ai giochi che non faro` piu` insieme a loro; sono triste e non ne voglio parlare. Spesso nella mia vita ho dovuto rinunciare a grandi opportunita` a causa della mia indole nomade, e` la maledizione di chi viaggia, ogni addio fa male come il primo ma questo ha un sapore speciale.
Richard e Osiris, mai vi dimentichero`! Grazie per la vostra dolcezza , grazie per il vostro Amore e per tutte le cose che mi avete insegnato in questi mesi. Buona fortuna Amici.
Arte
Non so cosa ne pensiate dell`ultima pagina dei miei e-mails, quella delle recensioni della musica che ascolto, dei libri che leggo e dei films che vedo.
Ho sempre cercato di comprimere il tutto ma… mi diverto cosi` tanto quando faccio le mie recensioni che ho deciso di dedicarvi piu` spazio; spero che le apprezziate e se non e` cosi` non mi offendero` di certo se non le leggete, non so se i miei suggerimenti si possano adattare alle vostre esigenze e gusti personali, io esprimo sempre una mia semplice opinione e se questa puo` indirizzarvi verso un libro, un film o un opera musicale che sara` di vostro gradimento tanto meglio, ma in caso contrario non me ne vogliate. I gusti son gusti!
Ultimamente ho cominciato a frequentare l`Opera, quel circolo culturale dove gli Yoruba hanno suonato. In questo bel locale dall`ambiente intimo e piacevole, per pochi Pesos si possono ammirare film di repertorio presentati in una programmazione che per lo piu` cerca di offrire ogni mese il ritratto di un regista fondamentale della storia del cinema.
Ogni volta che andavo al cinema ero accompagnato da Michelle, Rene`, Carolina, Pepe (l`amico peruano, non il leone marino) ed altri amici con i quali ci intrattenivamo dopo il film per commentarlo ed analizzarlo su un divanetto dell`Opera, bevendoci una birra o ancora meglio un caffe` con Kalhua (liquore messicano al caffe`) specialita` della casa.
Per i libri e la musica il discorso e` diverso e un po` piu` complicato : le librerie scarseggiano in Messico e non ne ho mai trovata una decente nemmeno nella zona universitaria della capitale. Devo quindi ricorrere agli scambi e ai prestiti con amici ma anche in questo caso ci si deve adattare ai libri disponibili, per fortuna posso non limitarmi all`italiano e questo aiuta un po` a variare le mie letture.
La musica da queste parti non scarseggia, da buoni latini i messicani l`adorano e se ne intendono. La musica internazionale e` apprezzata di pari passo con la musica latina che e` stata per me una grande rivelazione. Il fatto che in tutti i paesi dell` America Latina (ad eccezione di Brasile e Belice) si parla lo spagnolo fa si che la musica viaggi attraverso tutto il continente. Cantautori colombiani, salsa e marengue panamensi, gruppi ska argentini… e pensare che noi non conosciamo nemmeno un artista francese o austriaco!
Il mio unico problema e` che non avendo una radio sono costretto ad ascoltare i CD con il computer e le cassette con lo stereo del furgone, non ho quindi la possibilita` di registrare nulla (il computer non ha il masterizzatore); ogni tanto mi registro un CD negli innumerevoli Internet Cafe` ma e` piuttosto caro.
Devo ringraziare ancora una volta i miei genitori che ogni tanto mi mandano un pacco con libri e musica, sorprese sempre graditissime.
LIBRI
(letti durante il mio viaggio)
``Cose Trasparenti`` di Vladimir Nabokov : l`autore di ``Lolita`` in una specie di esperimento letterario dove un linguaggio ermetico e multipersonale ci narra la bizzarra vita di una Persona e di alcuni oggetti che ne segnano o forse ne osservano il destino. Un lavoro difficile da definire e da digerire; le indubbie qualita` di Nabokov risaltano comunque in ogni singola riga di questo breve romanzo dalle tinte scarne e dalle atmosfere nuvolose.
``Il Maestro e Margherita`` di Michail Bulgakov: ma come ho fatto a vivere cosi` tanto tempo senza aver mai letto questo libro? Una meraviglia, un miracolo! Non posso fare altro che inchinarmi di fronte a tale opera che altro non e` se non un elogio alla creativita` umana. Inutile cercare di descriverlo e sarebbe un peccato anticiparne i contenuti a chi ancora non lo conosce. Fatevi un regalo, leggetelo.
Dato il mio attuale lavoro con i delfini sto leggendo lo piu` svariato materiale riguardante cetacei, biologia marina e veterinaria. Si tratta di fotocopie giratemi da colleghi, articoli scaricati da internet e libri, quasi tutti in inglese e troppo ``tecnici`` per risultare interessanti a chi non sia del mestiere.
(cio`che piu` sto`ascoltando ultimamente)
``Ben Haper`` : chi dice che ai giorni nostri manca un Jimi Hendrix, un Jim Morrison o un Bob Marley non conosce Ben Harper. Questo musicista gia` da diversi anni ci sta` regalando qualita` e profondita` musicale. Accompagnato da una band stratosferica, gli Innocent Criminals, Ben suona blues, reggae, folk e musica gospel. Chitarrista virtuoso e maestro della tecnica slide, una voce dolce e bellissima e messaggi di pace, fraternita`, armonia… nel panorama musicale attuale non sono capace di trovare un artista piu` degno di Ben Harper che ho avuto il privilegio di ammirare in vivo a Vancouver il 29 Agosto scorso. Un concerto d`altri tempi, con l`artista che dialoga con il pubblico; purtroppo non ero ancora nato quando i grandi artisti del passato regalavano magia alle folle ma penso che cio` che ho visto quella sera in Canada non sia poi tanto diverso da quello che succedeva 30 o 40 anni fa`. Ben Harper chiuse il suo concerto con una versione acustica di ``High Tide or Low Tide`` una delle piu` belle canzoni di Bob Marley, una delle piu` belle canzoni di tutti i tempi.
``DJ Shadow`` : alcuni anni fa avrei riso di fronte all`ipotesi di un mio interessamento per la musica elettronica. Per fortuna crescendo si ampliano le vedute e si scoprono nuove vie da esplorare. A dire il vero alla musica di DJ Shadow il termine elettronica sta un po` stretto, questo ragazzo e` un genio alla console e nei suoi dischi il funk si mescola ad atmosfere teneborse e vampirische, sfumature acid-jazz, hip-hop e bossa nova!
Assoluto dominatore dell`arte dello ``scratch`` le canzoni si spezzano, mutano il loro DNA ritmico e si sciolgono in una metamorfosi sonora pazzoide e geniale.
``One Giant Leap`` : un lunghissimo documentario musicale che ci riempe le orecchie delle musiche piu` originali e che con le sue immagini tratta tematiche riguardanti tutta l`umanita`. Un lavoro impressionante che richiese cinque anni di preparazione; la fusione musicale tra le piu` disparate etnie del pianeta e` accompagnata da immagini mozzafiato che ben descrivono la realta` in cui viviamo e la realta` che ci perdiamo a causa di… non ci viene offerta nessuna risposta concreta! Solo i commenti di alcuni famosi attori, rabbini, intellettuali, capi tribu` e prostitute cercano di indirizzare i nostri ragionamenti che devono portarci ad una conclusione personalizzata sui piu` grandi tabu` dell`umanita` presentati in questa opera allegra e stimolante.
La musica e` eccezionale cosi` come montaggio, produzione e editazione; quest`ultima davvero magistrale.
``Lacho Drom`` : un`altra opera musicale questa volta riguardante i Gitani.
Ne esistono in India, Egitto, Marocco, Turchia, Romania, Ungheria, Slovacchia, Francia e Spagna. Ben sappiamo noi italiani che gli Zingari ci sono anche da noi ma in questo film visitiamo solo questi paesi per conoscere la realta` musicale di questo popolo antico, sempre disprezzato e che vive al di fuori del tempo e degli spazi. Le virtu` degli artisti gitani ci emozionano e ci rapiscono, il film ci aiuta a scoprire i legami tra le diverse evoluzioni della musica Rom, dalle ballate indu` con le loro danze mistiche, passando per le fisarmoniche e i violini dell`est europa fino ad arrivare al ```jazz zingaro`` delle chitarre francesi e al Flamenco che io adoro in ogni sua nota e gesto.
Se, come me, amate la musica zingara quest`opera vi affascinera`, in caso contrario la potreste trovare un po` noiosa e ripetitiva.
``Big Fish`` : un`altra dolce favola del cantastorie Tim Burton autore di Edward Mani di Forbice. Probabilmente il film della vita per l`ispirato regista visto che tratta, appunto, della vita di un uomo che ama raccontare storie. Il bravo Ewan McGregor ha il ruolo di protagonista in questa avventura che mi ha lasciato in bocca un dolce sapore di miele uscendo al cinema.
``L`Ultimo Imperatore`` : l`avevo visto quando avevo 8 anni e mi addormentai. Solo adesso sono stato in grado di rivederlo e apprezzarlo veramente. L`incredibile vita dell`ultimo imperatore della Cina che all`eta` di 3 anni era sovrano assoluto e indiscusso del popolo piu` numeroso della terra e che mori` nell`anonimato ridotto a un semplice giardiniere. Inutile usare la parola capolavoro per questo film di Bertolucci che fece il pieno di Oscar e di riconoscimenti. Ottima la fotografia di Scoraro ma anche questo e` scontato quando si parla del (probabilmente) miglior fotografo di cinema esistente.
``Lost in Traslation`` : e` il primo film che vedo di Sofia Coppola, figlia del celeberrimo Francis Ford. Non e` davvero niente male! Moderno, ben girato e una sceneggiatura davvero originale ed inteligente. La regista si supera in alcuni piccoli dettagli ma e` l`insieme che fa la differenza : film dal ritmo lento che riesce a comunque a risultare sempre piacevole e divertente.
Un ovazione al grande Bill Murray che offre un attuazione degna del suo nome.
Devo chiedere scusa per il mostruoso ritardo con il quale invio questo testo, completamente assorbito dal lavoro e, negli ultimi giorni, dai preparativi per la partenza ho davvero faticato a trovare il tempo per scrivere.
Cerchero` di farmi perdonare preparando il prossimo a tempo di record dove ho da raccontarvi alcune cose divertenti successe qui a Vallarta durante gli ultimi sei mesi; ho detto ``cerhero` ``, non posso e non voglio prendere il rischio di promettere cose che potrei non mantenere.
Tra pochi giorni lascero` Puerto Vallarta per puntare a sud, verso Michoacan dove belle spiagge e tanto folklore e cultura ci attendono in questo stato che si trova nel cuore coloniale del messico. Abbiamo un itinerario di viaggio piu` o meno prestabilito ma siccome gli stravolgimenti di piani e le improvvisazioni sono all`ordine del giorno non voglio anticipare nulla.
Devo ringraziare di cuore Michelle che mi ha aiutato parecchio ad organizzare e selezionare tutte le informazioni presenti in questo e-mail.