VIVERE
VIAGGIANDO
IN SUD AMERICA
di Gianluca
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1 Gennaio 1994 : "Si alzavano in armi gli indios Maya in Chiapas, il Messico profondo scoppiava in faccia al Messico ufficiale e il subcomandante Marcos sorprendeva il mondo con le sue parole di umore e Amore…"
da "el Futbol a Sol y Sombra" di Eduardo Galeano
La luna piena sotto il metro`
Ero seduto sui gradini dell`entrata di una stazione della metropolitana, solo che il treno anziche` sottoterra passava su di un ponte sopra la mia testa; ero nella citta` piu` grande del mondo, la megalopoli mi girava intorno e nel suo cielo inquinato, tra un traliccio del metro e un vecchio palazzo, una grande luna piena accompagnava i miei pensieri, che vagavano tra l`esistenzialismo e la solitudine senza riuscire a raggiungere la meta della serenita`in uno di quei giorni in cui uno si sente piccolo piccolo. Uno di quei giorni in cui senza un perche` ci fermiamo a soppesare le nostre vite e sentiamo una sensazione di vuoto e le delusioni e i rimpianti annebbiano l`ottimismo; uno di quei giorni in cui sentiamo di non stare combinando nulla di buono e di stare sprecando il nostro tempo e le nostre energie in inutili affanni.Generalmente quando mi capitava una giornata cosi`cercavo di mettere a fuoco i motivi delle mie insicurita` e ne cercavo la soluzione, il mio piccolo esame di coscenza finiva sempre con la fatidica frase: ¨ Da oggi la mia Vita cambiera`! ¨.Penso che giornate del genere siano capitate un po’ a tutti e anche piu` di una volta, generalmente il mattino dopo ci svegliamo con l`umore ¨giusto¨ e ci siamo gia` scordati della disperazione del giorno prima. In quell`occasione per me le cose furono differenti: l`indomani mi svegliai e le promesse che mi feci sotto la metropolitana erano ancora ben presenti tra i miei pensieri, e la mia vita cambio` davvero.Da quel giorno cominciai a vivere valorizzando ogni singolo istante, con umilita` ma con decisione, prendendo sempre per primo l`iniziativa e ben deciso a non smettere mai di imparare.
Perche` propio quel giorno? Non lo so`… non l`ho mai capito e probabilmente mai lo capiro`; l`importante e` che sia successo e basta!
Ma che ci facevo io, Gianluca, cittadino italiano di 20 anni, a soppesare la mia esistenza sotto una bellissima luna piena nel centro di Citta` del Messico?
Tutto comincio` circa un mese e mezzo prima…
L`avventura come gioco per chi non ha niente da perdere
Come`era la mia vita in Italia? Laggiu` mi sono sempre sentito come un pesce fuor d`acqua. Da bambino ero l`unico della scuola che viveva lontano da tutto e da tutti, la mia casa era all`estrema periferia al confine con due paesi e di bambini da quelle parti non ce ne erano molti. I miei genitori lavoravano tutto il giorno e mia sorella (che fu pluricampionessa di ginnastica artistica) era sempre in palestra ad allenarsi. Quando tornavo dalla scuola era mia Nonna, che viveva sotto casa, a prepararmi da mangiare, dopodiche` andava a riposare e io restavo tutto solo. Ma stavo bene da solo.I miei amici erano i molti libri che i miei genitori da sempre collezionano. Ero uno di quei bambini che sapeva a memoria tutti i nomi dei dinosauri, in che periodo vivivano, quanto erano grandi e perche` si sono estinti; libri d`animali, d`avventura, atlanti mondiali, film di Indiana Jones e La Storia Infinita… questa fu` la mia solitaria e felice infanzia.Ero e sono un eterno sognatore; a scuola la Maestra diceva sempre che ero molto intelligente ma con la testa tra le nuvole e da allora me lo sono sentire ripetere da tutti i professori che ho avuto. La mia immaginazione vagava e vagava, posso dire di non avere mai vissuto veramente in Italia ma bensi` in un mondo onirico creato da Me bambino, per Me bambino.Anche quando questo bimbo crebbe non smise mai di sognare e continuo` a preferire le sue fantasie alla realta`. Un po` per pigrizia e un po` per convenienza mi iscrissi in una scuola che non aveva nulla da offrirmi ed era, a mio giudizio, una pessima scuola dal punto di vista educativo ed organizzativo dove mai riuscii ad ambientarmi e dove una mia possibile carriera scolastica sprofondo` sotto una montagna di bocciature e delusioni.
Non me ne importava molto a dire il vero, ho sempre letto tantissimo, sono curioso per natura, ed ho sempre pensato che il famoso ``pezzo di carta`` non sia importante per avere delle soddisfazioni nella vita.
Certamente non fu facile per un ragazzo di 17 anni trovarsi nella condizione di cercarsi un lavoro senza titolo di studio ed in effetti di lavori ne cambiavo a continuazione senza mai trovare nulla che mi piacesse. Volevo viaggiare, andare a toccare con mano i posti di cui i miei libri parlavano, i posti che nutrivano la mie fantasie; ero alla ricerca di qualcosa che mi desse la possibilita` di aprire le ali e un giorno questo qualcosa arrivo` sotto forma di palline, clave, diabolo e monociclo. E cominciai a viaggiare. Passai diverse estati a viaggiare per tutti i festival di Artisti di Strada in Italia e in Europa e d`inverno tra un lavoro occasionale e l`altro facevo spettacoli in Piazza Duomo a Milano.
Poi un giorno il mio amico Alessandro, messicano da parte di Madre, mi disse che voleva andare in Messico a visitare la sua famiglia e mi chiese di accompagnarlo.
Io come ho detto non avevo un lavoro stabile, non avevo la ragazza, non avevo un automobile e nemmeno la patente, pero` purtroppo non avevo neanche un soldo per pagarmi il viaggio. Cosi` lavorai qualche mese in un agenzia di volantinaggio, misi da parte i soldi necessari per un biglietto andata e ritorno aperto un anno piu` 500.000 Lire circa e l`8 Aprile 1998 partii alla volta di Citta` del Messico, senza conoscere una sola parola di spagnolo ma armato dei miei attrezzi da giocoliere e deciso a sperimentare l`avventura come fosse un gioco per chi non ha niente da perdere.
L`arte di strada
Un giorno, nei giardini della Villa Reale di Monza, arrivo` un giocoliere. Era spagnolo e viaggiava per l`Europa esibendosi nelle piazze delle citta` e dei villaggi in cui passava; alcuni ragazzi (tra cui il sottoscritto) ci fecero amicizia e lui brindo` loro un regalo meraviglioso : l`Arte della Giocoleria.Io e miei amici cominciammo a fare volare per aria arance, mele, palline da tennis e qualsiasi altra cosa che ci passasse per le mani; rapidamente si innesco` un processo irreversibile : gli aspiranti giocolieri si moltiplicavano, i bambini si fermavano incantati ad ammirarli mentre si allenavano e gli sposi che si recavano tra i meravigliosi giardini per immortalare le loro nozze sempre volevano posare accanto ai lanciatori di oggetti.Questa grande epidemia culmino` con una grande parata per il centro storico di Monza organizzata dai giocolieri della Villa Reale, si chiamo` Il Paese dei Balocchi` e vi intervennero numerosi Artisti di Strada brianzoli e milanesi.
Da allora sono passati sette anni e anche se e` sempre piu` raro, a volte si vedono ancora oggetti volare tra gli alberi della Villa Reale; ma che ne e` stato di coloro che iniziarono questo fenomeno? Alcuni hanno appeso rapidamente le palline al chiodo, altri hanno continuato, hanno frequentato scuole e tuttora vivono della loro arte.
Fu` un Artista di Strada il primo Amico che mi feci in Messico : il suo nome e`Raul, in arte Rulo, giocoliere, acrobata e clown talentuoso, uno dei migliori interpreti di questa arte in Citta` del Messico; fu anche il mio primo Maestro. Mi aiuto` moltissimo nei primi tempi, mi faceva partecipare ai suoi spettacoli e dividevamo il guadagno a meta`, mi diede un infinita` di consigli, mi presento` a tutti i suoi colleghi e mi aiuto` a trovare lavoro in una compagnia teatrale che organizzava spettacoli sovvenzionati dal Municipio nei quartieri poveri della citta`.Sempre grazie a Raul entrai a far parte di un`opera teatrale organizzata dalla televisione di stato, un classico del teatro ispanico chiamato Don Juan Tenorio, a cui parteciparono diverse celebrita` della televisione Messicana.
Non ho mai piu` smesso di giocare e di fare spettacoli; certo con il tempo sempre meno, mi sto` dedicando ad altre cose e ho sempre voglia di imparare qualcosa di nuovo, ma quella degli Artisti di Strada e` una grande famiglia che mi ha adottato e che non conosce frontiere. Ho giocato con persone che non parlavano la mia lingua pero` lanciandoci palline o clave ci intendavamo benissimo. Sempre faro` parte di questa famiglia e ne sono orgoglioso; ogni volta che ne ho la possibilita` mi faccio un giretto col mio fedele monociclo e cerco di ralleglare le strade della citta` in cui mi trovo.
La magia del Messico
Da quattro mesi vivevo a Citta` del Messico, dividevo un piccolo appartamento con Alessandro e con Carlos, musicista e mimo con cui condividevamo la passione per l`Arte di Strada. La nostra casa era ubicata in uno dei quartieri piu` poveri della citta` : Santa Cruz Meiehualco nella delagazione Iztapalapa. Laggiu`, nel profondo cuore del ghetto messicano, imparari lo spagnolo. Anzi, il messicano o ancora piu` precisamente il `Chilango`, lo slang di Citta` del Messico.Vivere in quella pazza, enorme citta` fu` un esperienza straodinaria per un ragazzo come me che veniva dalla tranquilla provincia brianzola; anche per i miei vicini messicani deve essere stato divertente vedere ogni giorno un ragazzo `huero` (bianco) vivere nel loro malfamato quartiere.
La gente mi rispettava, io vivevo la mia tranquilla vita e nessuno mai mi importuno`; imparai a conoscere quello che nei film americani chiamano `il codice della strada`, un po` grazie al mio lavoro di Artista di Strada e un po` grazie agli amici del quartiere, molti dei quali facevano parte di bande con nomi del tipo `Sex Dragons` o `Crazy Dogs` che mi ricordavano moltissimo il film `I Guerrieri della Notte`.Per quanto mi sentissi a gusto in Iztapalapa avevo voglia di scapparmene via da li, Citta` del Messico non e` solo la citta` piu` grande del mondo, e` anche la piu` inquinata e la cacofonia urbana era davvero piu` di quanto riuscissi a sopportare.
Cosi` il giorno del mio compleanno io e i miei compagni di casa partimmo per un non ben definito viaggio nel sud del Messico, nello stato di Oaxaca. La decisione di partire fu` presa la notte precedente; in un solo giorno ci organizzammo e fummo a comprare i biglietti del treno (che ancora esisteva). Da allora iniziarono una serie di incredibili coincidenze: uno spaventoso temporale paralizzo la citta` propio mentre cercavamo di raggiungere in Taxi la stazione e cosi` perdemmo il treno… e i biglietti non erano rimborsabili.
Sentivamo che si doveva partire a tutti i costi e cosi` comprammo dei biglietti d`autobus (che costavano il triplo di quelli del treno) e a mezzanotte comincio` il nostro viaggio. Sull`autobus conoscemmo un ragazzo tedesco che ci convinse a seguirlo su una spiaggia chiamata Mazunte dove era gia` stato l`anno scorso. La nostra meta originale era un`altra pero` i piani si possono sempre cambiare; cosi` fu che arrivammo a Mazunte, soldi rimasti : 20 pesos in tre (4.000 lire!!!). Mazunte e`, o meglio era, un paradiso tropicale. Una spiaggia quasi vergine sullla costa del Pacifico, un piccolo villaggio di pescatori dove si poteva vivere con 50 Pesos al giorno (10.000 lire) mangiando pesce e dormendo su un amaca, noi ce li guadagnavamo facendo spettacoli.Fu a Mazunte, dove arrivai grazie a tutte quelle concidenze di cui vi ho parlato, che conobbi Melissa, da allora la mia migliore Amica. Il viaggio termino` passando tra le montagne della Sierra Madre del sud, uno scenario mistico e affascinante : la giungla tropicale avvolta tra le nubi e piccoli villaggi sospesi tra le realta` e il sogno di un poeta in esilio. La magia del Messico mi si spiego` davanti in tutta la sua rustica raffinatezza, paese di contrasti, mostrandomi con quanta semplice armonia la gente si concede alla terra e la terra si concede alle sue genti e i profumi, i colori, i suoni si adagiano su questo meraviglioso affresco, pennellati con la saggezza di un pittore divino.Da allora non fui mai piu` capace di rinunciare alla vita semplice della provincia messicana, certo ritornai alla citta` dove avevo ancora una casa e mi aspettava il mio lavoro che ancora aveva sorprese da riservarmi; ma fu per poco.
Il ritorno in Italia
In dicembre termino` il mio contratto di lavoro con la compagnia teatrale. Si trattava di un opera commerciale sicuramente di non elevato contenuto artistico, ma comunque fu una grande esperienza lavorare in una superproduzione come quella.La fine del mio lavoro segno`anche il mio addio alla citta` per concedermi anima e corpo alla provincia. Sono tutt`ora molto legato a Citta` del Messico che mi ha dato davvero tanto, pero`non sarei piu` capace di tornare a viverci... ogni volta che posso vado a visitare gli Amici ma mai per piu` di tre giorni!
Cosi` fu che impacchettai le mie poche cose e raggiunsi Alessandro e Massimo, un altro vecchio Amico italiano che ci aveva raggiunto in Messico. Alessandro non viveva piu` a Mexico City gia` da qualche mese: a Mazunte conobbe una ragazza che fu la sua fidanzata per 4 anni (coincidenze... ) e che viveva in un piccolo villaggio chiamato Amatlan de Quetzalcoatl, nello stato di Morelos. Un posto impressionante! Dei canyon che abbracciano una piccola valle semi-tropicale creando uno scenario da leggenda ed in effetti si tratta di un luogo leggendario per gli aztechi: ad Amatlan vi e` una parete di roccia alta una quindicina di metri con una crepatura a forma di arco, si dice che sia una porta che Quetzalcoatl (Dio azteca) usava per passare ad un altra dimensione. A parte la `porta` vi era anche la Pozza di Quetzalcoatl (siete capaci di pronunciarlo?) dove si dice sia stato battezzato.
Sotto Amatlan si trova una piccola citta`: Tepotzlan, tipicamente messicana e molto affascinante, luogo di avvistamenti UFO (!) e con una piccola piramide azteca, un tempio cerimoniale chiamato il Tepozteco.
Crystal, la ragazza di Alessandro, viveva in una casa meravigliosa ad appena una ventina di metri dalla Porta. Lavorava, e tuttora lavora, l`argento; io non fui mai capace di imparare l`arte dell`orificeria ma Alessandro e Massimo si. Cosi` mentre loro lavoravano ai loro ciondoli, anelli e orecchini io scrivevo sceneggiature per i miei spettacoli che andavo a fare nella vicina Cuernavaca, capitale dello stato di Morelos.
Amai tantissimo vivere laggiu` in mezzo alla natura con i miei Amici ed imparari tantissimo sulle leggende azteche, sul medio ambiente di quella zona e sulla storia messicana... lo stato di Morelos e` terra Zapatista.
La mia felicita` fu` pero` di breve durata: i primi di Marzo arrivo` una telefonata da parte dei miei genitori, mi dissero che il giorno 8 dello stesso mese ero atteso a Lodi per cominciare il mio servizio civile come obiettore di coscenza!
In pochi giorni passai dalla eterna primavera messicana e dalla natura incontaminata al nebbioso inverno della bassa padana a trascorrere le mie giornate in una casa di riposo.
Potete immaginare lo `Shock` che subii. I primi tempi furono davvero duri, mi sentivo come fossi condannato ai lavori forzati e 10 mesi mi sembravano una quantita` di tempo assurdamente lunga; me la passavo male, dovevo fare qualcosa.
Ripensai alle decisioni prese sotto la luna piena quel giorno ormai lontano, valorizzare ogni singolo istante e prendere l`iniziativa... cosi` mi dissi che se mi trovavo in quel posto in quel determinato momento della mia vita era per qualcosa (e non una semplice coincidenza). Mi impegnai per vivere al meglio la mia condizione di O.D.C. e cercai di sfruttare al massimo il mio tempo.
Non me la passavo poi tanto male: essendo lontano da casa avevo a disposizione un appartamento che dividevo con altri 5 o 6 obiettori, il lavoro non era duro e anzi imparai ad apprezzare la compagnia di persone anziane che, segregate in un ospizio, hanno davvero tanto bisogno di Amici. Furono loro i miei Amici per dieci mesi, loro e i ragazzi che facevano il servizio civile insieme a me. Probabilmente qualcuno di loro sta` leggendo queste righe... Ciao Ragazzi, come va`? Grandi, grandi Amici davvero, due di loro vennero addirittura a trovarmi in Messico... alla fine quella che comincio` come un inferno, termino` per essere una bellissima esperienza di vita trascorsa in una citta`, Lodi, davvero bella, tranquilla e accogliente.
Finito il servizio sociale tornai a casa dei miei genitori, non avevo piu` neanche una Lira!
Cominciai a lavorare in una enoteca dove imparai ad usare l`olfatto e le papille gustative come attrezzi di lavoro e a bere un bicchiere di vino come fosse una esperienza sensoriale. Pero`non volevo restare in Italia, non avevo dubbi. Il Messico mi aveva regalato tanta `magia` che me ne sentivo inebriato e dipendente. Quando nell`Ottobre del 2001 tornai laggiu` insieme a Massimo (temporaneamente in Italia) sentii che stavo tornando a casa.
Mi porto nel cuore i miei 10 mesi lodigiani (e anche all`enoteca mi divertii parecchio) e dopo aver lavorato laggiu` mi feci la promessa di dedicarmi, prima o poi nel corso del mio viaggio, agli aiuti umanitari internazionali.
Riinnamorarsi ogni giorno
Di nuovo a casa dunque; non vedevo il Messico da piu` di un anno e mezzo, pero` appena sceso dall`aereo mi sentii come se non l`avessi mai lasciato. Spesse volte mi chiedo (e anche i miei genitori lo fanno e magari anche voi) perche` il Messico? Mi ricordo che da piccolo il mio sogno era il Brasile… e invece il mare della vita mi propose il Messico, io mi ci tuffai dentro e tuttora non sono riuscito ad uscirci, trasportato e cullato dalle sue calorose correnti come una madre che coccola il suo figliolo adottivo come fosse sangue del suo sangue.Destino… che e` come dire tutto e niente, pero` e` certo che se sono qui e` per qualcosa, o credete sia solo un`altra coincidenza?
Io e Massimo appena arrivati ci comprammo un automobile, un fantastico Wolswagen Golf (in Messico si chiama Caribe) che chiamammo Goku, in onore al nostro cartone animato preferito. Lo comprammo a Patzcuaro (Michoacan) durante la Festa dei Morti, che in Messico e` una delle piu`belle del mondo e che giustamente in Patzcuaro raggiunge il massimo della sua espressione folkroristica; forse vi sembrera` di cattivo auspicio comprare un auto il giorno dei Morti, pero` dovete sapere che quaggiu` cio` che rende speciale questa Festa e` che la gente scherza sulla morte, anzi, sulla Santa Morte.Potrebbe capitare, se foste messicani, che qualcuno il 2 di Novembre vi regali un teschietto di zucchero o di cioccolato con il vostro nome scritto sopra!
Cattivo gusto? Niente affatto o almeno non qui, dove ogni casa avra` per questa Festa un piccolo altare con dei regali per i loro defunti; ai morti si regalano le cose che piu` amavano in vita, potrebbe essere Tequila e caffe` o una maglietta della squadra del cuore e dei dolci di cioccolato di cui il trapassato era goloso.
Fu` cosi` che , ubriachi di folklore, scendemmo dal Michoacan fino al Chiapas, nel cuore caldo del profondo sud messicano, dove per 800 Pesos al mese (140.000 Lire), ci affittammo una casa con giardino, sala, cucina, bagno, 4 stanze e garage doppio!!!
Decidemmo di dedicarci, come buoni brianzoli, alla falegnameria e piu` precisamnete alla produzione di Tamburi.
Abitavamo a San Cristobal de las Casas, una piccola citta` in cui il contrasto tra il Messico indigeno e coloniale e` presente in ogni angolo tra le sue colorattissime casette, che la rendono citta` pittoresca e piacevole nonche` meta di turisti. Un bel posto per vivere ma non tanto per lavorare. Come in Italia anche in Messico il sud e` la parte piu` povera del paese e un tamburo e` un souvenir troppo grosso per un turista, cosi` i nostri clienti erano i raggazzi messicani che volevano imparare a suonare le percussioni. Purtoppo come ho detto la gente e` povera in Chiapas e i ragazzi non hanno soldi per comprarsi uno strumento musicale che costa quanto l`affitto della casa in cui abitano.
Cosi` decisi di salutare il Chiapas, luogo di giungle meravigliose e terra Maya.
Massimo, nel frattempo, si ruppe i legamenti del ginocchio e torno` in Italia per curarsi. Dopo aver viaggiato alcuni mesi con un altro vecchio amico, Egidio, andai a vivere nello stato di Tlaxcala insieme alla mia amica Melissa.Tlaxcala e` lo stato piu` piccolo del Messico, tipicamente coloniale e ubicato ad appena due ore dalla capitale; si trovava dunque in una zona commercialmente strategica per poter vendere i miei tamburi, ed effetivamente gli affari cominciarono ad ingranare.
Melissa studiava una laurea breve di Ecologia ed insieme a lei mi inoltrai nei meandri di una filosofia di vita basata sulla coinvivenza armonica con il medio ambiente, partendo dal principio che l`essere umano e` nato su un pianeta per viverci in sincronia.
La bellissima convivenza con Melissa non riusci` pero` a spegnere in me la voglia di conoscere sempre di piu` il mio bellissimo Messico. Quando Massimo torno` andai a stare con lui in uno dei posti che piu` amo quaggiu` : lo stato di Veracruz.L`intensita` messicana raggiunge i suoi massimi livelli nel sincretismo veracruzano; perche` sincretismo? In Veracruz c`e` di tutto : tracce di colonialismo, realta`indigene, importanti sviluppi folklorici regionali, resti della tradizione negra ereditata dai primi schiavi africani e addirittura siti archeologici dove si realizzano ancora al giorno d`oggi grandi cerimonie preispaniche.Il miglior ritratto Jarocho (veracruzano) lo offre la citta` di Tlacotalpan durante la Fiesta de la Candelaria (2 di Febbraio), dove l`incontro tra le differenti correnti culturali esplode in un una miriade di musiche e di colori; avro` sicuramnete modo di parlarvi meglio di Tlacotalpan e Veracruz nei prossimi e-mails.
Io vivevo in un paesino di montagna chiamato Xico, che si trova nell`entroterra a pochi kilometri dalla capitale dello stato : Xalapa, graziosa citta`universitaria dalla forte entita`artistica-culturale. Xico e` un piccolo paradiso subtropicale, immerso tra le nubi e tra piantagioni di banane e caffe`, il villaggio conta con almeno una trentina di cascate la piu` grande delle quali, la cascata di Texolo, raggiunge i 60 metri di altezza. A Xico vennero filmati alcuni famosi film messicani e americani, tra cui ``All`ěnseguimento della Pietra Verde`` con Micheal Duglas e Melanie Griffith.Che dire? Un posto ideale per lavorare tranquillamente alla nostra produzione di tamburi che raggiunse il suo massimo splendore, passammo da dettaglisti a fornitori per i negozi di strumenti musicali nelle citta` di Xalapa, Tlaxcala, Puebla e Citta` del Messico.
Il mio Messico, insomma, era fatto di piccoli paesi immersi nella natura, lontano dagli eccessi turistici e a contatto con la semplicita` della vita autoctona, scoprendo tradizioni antiche e vivendo tranquillamente, con pochi amici, lavorando per il semplice gusto di farlo, magari restando svegli la notte, pitturando i tamburi mentre ascoltavamo i grilli e le rane e di giorno concedendoci lunghe passeggiate rigeneranti nei boschi e bagni purificatori nei numerosi fiumi della Sierra.
Ampliare gli orizzonti
In Messico ci volevo restare per sempre. Amavo la sua simpatia, la sua storia e la sua intensita` e mi sentivo a mio agio a contatto con la spumeggiante cultura latinoamericana.La mia vita era bella e tranquilla e mi potevo tranquillamente visualizzare in Messico per un lungo lungo periodo di tempo, felice.
Non ero il solo a pensarla cosi : anche Alessandro e Massimo avevano la mia stessa idea; siamo amici da cosi` tanto tempo che ci venne naturale l`idea di unire le nostre forze in un progetto comune. Un mio/nostro vecchio sogno era di comprare una terra e costruirvi una grande casa dove poter vivere tutti insieme per poter sviluppare la nostra creativita`;al ``progetto`` si uni` presto anche Melissa, che con le sue conoscenze in ambito ambientale divenne ben presto una pedina importante del gruppo. Volevamo creare una piccola comunita` le cui basi fossero la bioarchitettura, la permacultura, il reciclaggio, lo sviluppo ambientale e naturalmente la costruttivita`, come concetto quotidiano, personale e di gruppo.
Sicuramente un progetto ambizioso ma noi crediamo molto nelle nostre potenzialita`; sono certo che un giorno tutto cio` esistera` e io saro` li insieme ai miei amici… ma forse, ci vorra` ancora un po` di tempo.
Per quanto ci credessi (e ci credo tutt`ora) cominciai con il tempo a sentirmi irrequieto;
chissa` se era lo stesso tipo di inquietudine che consacro` al pionerismo la vita di Francis Richard Burton, che risali` il Nilo alla ricerca delle sue sorgenti e che visse incapace di dimorare in un sol luogo. Mi rendo conto di quanto il termine ``pioniere`` sia ai nostri giorni storicamente mal ubicato, che cosa resta ormai da scoprire sulla nostra cara e vecchia Terra? E` quindi vero che l`uomo ha perduto per sempre (o almeno fino a future evoluzioni dei viaggi spaziali) la possibilita` di arrichire e nutrire la sua esistenza attraverso la ricerca e la conquista dell` innesplorato, combattere la staticita` delnon-sapere usando come propulsione la curiosita`, come bussula l`istinto e come armi l`inteligenza e la scaltrezza? Forse no; a volte, infatti, un proposito di ricerca nasce spontaneamente in qualcuno disposto ad affrontare, o meglio a proporsi, una sfida, in tali casi possono ancora generarsi avventure molto interessanti.
Era questo tipo di superazione che cercavo? A cosa era dovuta la mia inquietudine che mi porto` ad abbandonare la mia casetta in Xico, che tanto amavo, in favore di una serie di piccoli viaggi durante i quali non riuscii a restare nello stesso posto per piu` di una settimana? La sola cosa che sapevo era che avevo bisogno di sentirmi nuovamente straniero, di provare ancora la sensazione di essere lontano da casa e di stare esplorando, conoscendo e conquistando. Da troppo tempo mi stavo lasciando coccolare da un paese capace di far stare bene chiunque decida di lasciarsi cullare dalla sua dolcezza.
Il problema non era chiara dentro di me e la soluzione era ancora piu` sfocata, in ogni caso per viaggiare occorrono soldi ed io avevo a mia dispozione pochi risparmi in Pesos Messicani, una moneta di certo non fortissima. Un`idea era quella di attraversare gli Stati Uniti fino a raggiungere il Canada, dove per sentito dire seppi che si possono guadagnare molti soldi raccogliendo frutta. Perche` non provare?
Con i miei amici italiani, eterni compagni di viaggio, partii in autobus da Citta` del Messico per arrivare (dopo tre giorni e mezzo di interminabili autostrade) a Montreal, nella provincia del Quebec, dove avevamo alcuni amici pronti a riceverci.Il Canada (per non parlare degli States) non e` come il Messico… se volevo sentirmi di nuovo straniero ci riuscii alla perfezione. Montreal e` una citta` fantastica : tutte le razze possibili e immaginabili di esseri umani vivono insieme ed in armonia! Sembra una specie di esperimento sociale ben riuscito. Purtroppo scoprimmo che i campi di frutta dove si guadagnano tanti soldi erano dall`altra parte del Canada, in British Columbia, a circa 5000 Km di distanza!Dopo altri tre giorni e mezzo di un bellissimo viaggio attraverso un paese che offre scenari da Signore degli Anelli, arrivammo alla ``terra promessa`` degli alberi da frutta : una valle chiamata Okenagan, un deserto con un bellissimo lago in mezzo e, grazie all`irragazione artificiale, uno dei piu` produttivi frutteti del pianeta.
Qualcuno ci aveva raccontato che raccogliendo cigliege si poteva arrivare a guadagnare anche 150 dollari al giorno. Ed era vero. Ci mettemmo un po ad abituarci al ritmo di un lavoro fisicamente estenuante e sopratutto incontrammo difficolta` a trovare dei buoni frutteti. Essendo pagati a cottimo il rendimento e i guadagni dipendono molto dagli alberi, che devono essere giovani e ben potati.Nel frattempo Andrea, il fratello di Massimo, arrivo` dall`Italia ed io mi trovai in compagnia di tre dei miei migliori Amici di sempre.
Coi primi guadagni io e Massimo ci comprammo un furgone (la nostra vecchia Golf la vendemmo in Messico tempo prima), un`altro Wolswagen, un Transporter che chiamammo Antonio.
E` impressionante la quantita` di gente che conobbi in tre mesi; immaginatevi dei piccoli paesi di campagna che d`estate triplicano la loro popolazione grazie ai raccoglitori di frutta. La maggior parte di loro sono ragazzi del Quebec che viaggiano d`estate nella parte ovest del loro paese e si pagano le vacanze lavoricchiando nelle fattorie. Ma vi sono anche viaggiatori esperti e sperimentati, gente che raccoglie la frutta d`estate e coi guadagni passa l`inverno in Indonesia, in Nuova Zelanda o alle Hawaii; conobbi qualcuno che viaggiava per il mondo in nave, dall`Argentina alla Spagna, dalla Germania alla Costa d`Avorio, dal Sud Africa all`Australia…
Inutile dire che queste persone ispirarono la mia immaginazione e riaccesero in me la voglia di raggiungere i posti di cui i libri della mia infanzia parlavano; forse il concetto di pionerismo non esiste piu`, pero` la Terra e` ancora qui sotto i nostri piedi e chiede solo si essere esplorata! E cosi`…
L`ultima tappa
Tornando dal Canada mi aspettava tanta, tanta musica. A parte costruirli, i tamburi ho anche imparato a suonarli; per cinque mesi viaggiai insieme a Massimo e ad Andrea per gli stati centrali della repubblica messicana e sopratutto nella mia amata Veracruz. Cinque mesi senza mai fermarsi, come fossi alla ricerca di tranquillita` e di un segnale che indirizzasse le mie inquietudini da qualche parte, cinque mesi e cinque lune piene che a differenza di quel giorno sotto la metropolitana di Mexico City non seppero darmi una risposta.
Cinque mesi a contatto con il Messico: le nostre esibizioni erano sopratutto rivolte al pubblico messicano e non ai turisti, e` cosi` che si apprezza davvero il paese che stiamo visitando e le discoteche, i locali, le feste e perche` no le piazze e i lungomare si trasformarono nei nostri palcoscenici; furono, dunque, cinque mesi stupendi e costruttivi. A Marzo, un altro rientro in Italia. L`occasione: il matrimonio di mia Sorella. Fu` meraviglioso e mi commossi tantissimo. Passai un po` di tempo con la mia famiglia a cui sono da sempre molto legato pur vivendo tanto lontani. In Italia scoprii anche che l`Euro non mi piaceva e non mi piaceva nemmeno questa nuova entetita` europea che la gente cerca di ostentare. Moneta unica o meno, in Italia sentivo, come sempre, che non avevo nulla da fare.
Quando poi tornai in Messico, fu` solamente per aspettare che le ciliege fossero un altra volta mature in Canada. Sempre insieme a Massimo e ad Alessandro riattraversammo gli Stati Uniti in un viaggio avventuroso che presento` non poche difficolta`, meccaniche quanto di armonia di gruppo. Sentivo che tutti e tre stavamo accusando il peso di un compromesso incredibilmente forte di amicizia che durava ormai da tanto tempo, inoltre le nostre intenzioni erano quelle di guadagnare piu`soldi possibili per avviare il progetto della comunita` ecologica; anche i viaggiatori si possono stressare…
Quello che doveva essere un viaggio di lavoro si trasformo` in un viaggio di ricerca personale, almeno per me. Arrivarono altre lune piene, incastonate come perle nel cielo canadese, il piu` bello che abbia mai visto, un cielo capace di aprirti il cuore col solo guardarlo, un cielo grande, maestoso, colorato e che di notte a volte regala lo spettacolo dell`aurora boreale, una danza di fantasmi luminosi. I miei amici cominciarono a trovare un lavoro dopo l`altro e riuscirono a concentrarsi e a trovare un ottimo ritmo di produttivita`. Io trovai altre cose: Fabio, Marcela, Michelle; sono solo alcune delle persone che stavano con a me e insieme a loro passai un`estate da favola in una terra da favola e trovai armonia, cosapevolezza e infine risposte. Messaggi e coincidenze mi arrivavano da tutte le parti. Chissa` perche`, ma un altra luna piena, come anni prima, fu mia compagna in importanti riflessioni legate anche ad alcune cose successe l`anno prima sempre in Canada, come i miei 25 anni e la morte della mia ultima Nonna. E` solo una coincidenza? Come anni prima, insieme alla luna presi decisioni importanti e le misi subito in pratica : lasciai il Canada, i miei amici e il mio furgone per tornare in Messico, ma in che modo, per fare cosa e con chi… ve lo raccontero` tra un mese.
Il mio prossimo e-mail, a parte svelare il finale di questa mia lunga avventura, vi raccontera` tutto quello che mi succedera` durante il mese di Gennaio di questo nuovissimo 2004. Non sara` cosi` tanto autobiografico come quello che avete appena letto, cerchero` piuttosto di darvi un sacco di informazioni sul Messico, la sua gente, il suo medioambiente, la sua storia e la sua cultura. Spero di non avervi annoiato e che abbiate almeno apprezzato la mia buona volonta` di scrivere qualcosa di interessante su di me. ARRIVEDERCI TRA UN MESE!!!