BOLIVIA
- CILE
12 Ottobre - 3
Novembre 2001
Era da parecchi mesi, dopo aver letto alcuni racconti di viaggi, che pensavo ad un viaggio in questa zona del Sud America, le foto e le descrizioni dell'Altipiano andino ed in particolare del Salar de Uyuni, mi avevano affascinato; a settembre complice una buona offerta per il passaggio aereo in Cile sono riuscito ad organizzare il viaggio.
Arrivato all'aeroporto di Santiago e superata la dogana sono andato subito alla biglietteria della Lan Chile per acquistare un biglietto per il primo volo disponibile ad Arica dato che non mi andava di farmi 28 ore di bus. Visto che avevo solo qualche ora per una dormita e che nella zona dell'aeroporto non ci sono alloggi, ho raggiunto l'ostello nel centro città. Giusto qualche ora di sonno per poi ritornare in aeroporto e partire verso l'estremo nord del Cile, secondo la mia guida il volo è uno dei più spettacolari del Sud America ma il cielo sotto di me era coperto e quindi non ho visto nulla di particolare. Mentre raggiungevo la pensione nel centro di Arica con un taxi collettivo (sono molto diffusi in Sud America: si sale e una volta che è pieno, si parte) ho cominciato a farmi un'idea della città che anche dopo la visita non mi ha fatto una particolare impressione. Visto che l'idea era di partire prima possibile per il parco Lauca, sono andato subito alla ricerca di un tour, dopo aver fatto avanti indietro verso l'agenzia tutto il giorno (c'erano problemi a formare il gruppo), sono riuscito a prenotare un tour di 2 giorni con pernottamento a Putre.
Il giorno seguente verso le 2 siamo partiti, Louis (la guida-autista) e gli altri compagni di viaggio mi sono sembrati subito molto simpatici e disponibili. Lungo la strada che porta a Putre abbiamo fatto parecchie soste, per ammirare i paesaggi, visitare un paio di villaggi e per acclimatarci pian piano all'altitudine visto che avremmo dovuto dormire a 3500 mt. Fortunatamente la prima notte in "quota" non mi ha dato problemi (solo un lieve mal di testa), il mal di montagna era una mia grande preoccupazione prima della partenza, ma fortunatamente anche nel resto del viaggio non ho avuto grossi problemi. Tra le altre cose, Louis ci ha fatto provare le foglie e il tè di coca che oltre agli effetti "calmanti" pare aiutino contro il mal di montagna. Dopo cena siamo usciti dal villaggio per ammirare la via lattea senza l'inquinamento luminoso delle città, si riuscivano a vedere anche i satelliti in movimento!!!
Svegli di prima mattina per raggiungere il parco Lauca a quota 4400 mt, tra paesaggi spettacolari abbiamo incontrato greggi di lama, vigogne e guanachi e i simpatici vizcacha (chinchilla) oltre ad uccelli di tutti i tipi. Spettacolare la vista delle lagune e dei laghi con i vulcani alti più di 6000 mt che si specchiavano nelle acque. Ai bordi del lago Chungará poco prima del confine con la Bolivia ho salutato i compagni di viaggio e preso il bus per La Paz dove sono arrivato nel tardo pomeriggio; si entra in città dalla zona alta e il colpo d'occhio è spettacolare con le case adagiate ai piedi della triplice cime dell'Illimani.
La mattina dopo una colazione a base di cappuccino (che da quelle parti fanno con caffè e panna montata) e 1 fetta di torta (buona) ho cominciato il giro per la città e i suoi mercati molto caratteristici, in particolare mi è piaciuto parecchio il Mercado de Hechicería: il mercato degli stregoni con le bancarelle che esponevano le cose più strane. Anche se la città è super caotica il centro si gira bene a piedi, solo che è un continuo saliscendi e quindi visto che ci si trova a 3500-4000 mt la fatica si fa sentire; i marciapiedi sono letteralmente pieni di bancarelle, le venditrici vestite con il coloratissimo abbigliamento locale vendono di tutto, simpatiche le bancarelle che offrivano il servizio di battitura di documenti a macchina . Tra una visita e l'altra sono andato a prenotare i bus per le mete successive, Copacabana (lago Titikaka) e Sucre.
La mattina mi ha accolto con una "bella" pioggia mista a neve, fortunatamente il bus si è fermato proprio davanti all'hotel; pian piano abbiamo attraversato la città fino alla periferia attraversando zone sempre più "povere" e superando camion letteralmente stracarichi di gente; mentre passavamo nelle vicinanze della stazione dei bus siamo passati davanti all'edificio dell'Accademia Navale Boliviana, visto che la Bolivia non ha sbocchi sul mare la cosa mi ha fatto un po' ridere (successivamente ho costatato che la Marina Militare Boliviana "esercita" sul lago Titikaka). Per arrivare a Copacabana bisogna attraversare in barca un piccolo stretto, mentre i passeggeri salgono su barche i bus vengono traghettati su chiatte dall'aspetto molto poco rassicurante. Per il pomeriggio ho prenotato l'escursione alla Isla del Sol, ma sono rimasto decisamente deluso, visto che non si vede nulla di particolare; in mezzo a orde di turisti mi sono sono fermato sull'isola poco più di 1 ora, troppo poco per visitarla a fondo. Per cena ho provato quello che probabilmente è il piatto che più mi è piaciuto in Bolivia: la trota salmonata del lago Titikaka, veramente veramente ottima!!!
A questo punto mi
aspettava un lungo trasferimento, dapprima a La Paz e da lì a Sucre; al
contrario dell'andata dove il cielo era grigio, il ritorno si è svolto con un
bellissimo sole che ha esaltato i contrasti di colore del lago e delle montagne
circostanti; appena entrati a La Paz la guida ci ha fatti scendere lungo
l'autopista per ammirare il tramonto sulla città. In Bolivia (ma bene o male
in tutto il Sud America) esistono varie classi di bus, visto che avrei dovuto
viaggiare tutta la notte ho scelto un bus-cama (dove il sedile diventa quasi un
letto) e devo dire che molto meglio di quanto mi aspettassi. Tutti i boliviani
che salivano a bordo avevano pesanti coperte di lana il che mi preoccupava un
po', in realtà in riscaldamento ha più o meno funzionato e comunque la
temperatura era sopportabile. Superata Oruro è iniziato il bello, infatti è
cominciato il tratto sterrato, cosicché ho passato tutta la notte sballottato
tra una buca e l'altra. Finalmente a metà mattina sono arrivato a Sucre, la
capitale amministrativa della Bolivia. Una sistemata, una doccia e via per
dare un'occhiata agli edifici in stile coloniale e al coloratissimo mercato coperto che si trovava proprio di
fronte alla mia pensione, simpatiche le donne che battevano a mano la panna
montata e quelle che preparavano i frullati, tra l'altro assolutamente ottimi.
In tarda mattinata sono partito per l'escursione alla Fancesa, una cava di
cemento appena fuori la città dove sono stati scoperte orme di dinosauri, il
tour dura 1 ora ed è abbastanza interessante.
Sucre mi ha colpito per 2
cose, l'altissimo numero di giovani (è una città universitaria) ed il clima mite, ho passato 1 giornata in
pantaloncini e maglietta cosa che non mi sarei mai aspettato a 3000 mt. A Sucre
mi arrivata la brutta notizia che Uyuni (la meta principale del mio viaggio) era
bloccata da uno sciopero ed i turisti erano "ostaggi" degli
scioperanti da qualche giorno; non ci potevo credere la visita al mitico Salar
de Uyuni stava sfumando!!!
Domenica è il giorno in
cui si svolge il famoso mercato di Tarambuco che si raggiunge in poco più di 1
ora di bus. In un paio d'ore ho fatto un giro per tutto il mercato, ci sono un
sacco di turisti però si possono fare ottimi acquisti di artigianato locale,
molto caratteristici i locali che indossavano copricapi particolari. Ritornato a
Sucre, ho sistemato e lo zaino e sono andato subito al terminal dei bus per
raggiungere Potosì. Non capivo come mai l'autista insistesse per caricare il
mio zaino sul tetto del bus, visto che non c'erano più di 10 passeggeri, tempo
un paio di fermate e ho capito come mai, il bus si è riempito per almeno il
doppio della sua capacità, comprese donne con neonati in spalla sistemate alla
bene e meglio nel corridoio. Sul bus ho conosciuto 2 sorelle svizzere che avevano
alloggiato nella mia stessa pensione a Sucre e così anche a Potosì abbiamo
scelto lo stesso alloggio.
Nella pensione ho incontrato 2 ragazze italiane reduci dalla
"prigione" di Uyuni che mi hanno raccontato cosa gli era successo,
sono rimaste per 4 giorni bloccate nel paese e alla fine sono riuscite a
scappare di notte con altri turisti facendosi 3 ore di cammino nel deserto con gli
zaini in spalla e trovando poi passaggio su un camion, fortunatamente i turisti
non sono stati trattati male dai rivoltosi però la situazione rimaneva critica,
tra l'altro i turisti continuavano ad arrivare ad Uyuni visto che non c'era il
minimo d'informazione. Così con un po' di disperazione abbiamo deciso di
spostarci a Tupiza e da lì decidere cosa fare. Dopo aver prenotato il bus per il
giorno successivo ho passato tutta la giornata sotto le coperte visto che mi era
venuto un febbrone da cavallo!!! Fortunatamente la mattina successiva stavo un
po' meglio e così sono riuscito a partire non prima di ritornare alla pensione
perché avevo dimenticato in camera le chiavi degli zaini. In 7 ore abbiamo
raggiunto Tupiza lungo un strada sterrata tra buche e guadi di fiumi si balla
parecchio, in compenso si attraversa un bel paesaggio disseminato di cactus e
piccoli canyon.
Tupiza si trova in una delle zone paesaggisticamente più belle della Bolivia, da quelle parti Butch Cassidy & Sundance Kind hanno realizzato le loro ultime scorribande. Vengono organizzati diversi tour, alcuni dei quali ripercorrono a cavallo gli ultimi percorsi dei 2 banditi; io ho scelto il tour in jeep di 1 giornata nei dintorni del paese, abbiamo ammirato paesaggi veramente belli con rocce di tutte le forme e colori, l'ambiente ricorda un po' quello dell'Arizona, la guida era molto simpatica e disponibile, tra l'altro mi ha anche fatto provare l'ebrezza della guida lungo le strade boliviane . Al ritorno dal tour fortunatamente è arrivata la notizia che ad Uyuni la situazione era tornata tranquilla; a questo punto si trattava di organizzare il tour tra il Salar, le lagune e San Pedro de Atacama. A me sarebbe piaciuto partire da Tupiza ed arrivare al Salar per poi andare a San Pedro in modo da attraversare zone che mi avevano detto essere molto belle, ma visto che questo tour era troppo costoso per gli altri compagni di viaggio, abbiamo deciso di prendere il treno per Uyuni e partire la lì per il tour. Dopo 2 ore di estenuanti trattative per mettere d'accordo tutti, abbiamo deciso di prenotare subito il tour e l'alloggio ad Uyuni (visto che saremmo arrivati in piena notte) in modo da evitare perdite di tempo; la sera si è conclusa con una bella cena assieme agli amici svizzeri innaffiata da vino argentino. In vista delle "fatiche" del tour al Salar ho passato l'ultima giornata a Tupiza in totale relax facendo 4 passi per il paese seguiti da un pisolino pomeridiano.
Alle 19 tutti pronti per prendere il treno, le carrozze sono molto meglio di quanto mi aspettassi, poltrone comode, musica e film di Eddie Murphy che nella traduzione spagnola perde la classica risata tipica della voce italiana. Il viaggio tra canyon e paesaggi da far west sotto un cielo stellato è andato bene fino a circa 3/4 del percorso, all'improvviso però il convoglio si è fermato e poco dopo la motrice si è staccata andandosene!!! Un po' per la stanchezza un po' per la disperazione mi stavo convincendo che il destino non voleva proprio che io visitassi Uyuni, ad un certo punto ho quasi pensato che la "rivolta" era ricominciata e che ci avevano preso come ostaggi!!! Fortunatamente dopo più di 3 ore la motrice è ritornata e così siamo riusciti ad arrivare ad Uyuni verso le 5. Giusto un paio d'ore di sonno e ci siamo ritrovati verso le 8 per programmare il tour; ci si sono proposti vari operatori a prezzi convenienti ma alla fine abbiamo scelto la Colque Tour, considerata dalle guide una delle migliori e più affidabili agenzie. Devo dire che la rappresentante dell'agenzia si è comportata in un modo che mi ha parecchio infastidito, come chi sa che tanto grazie ai giudizi delle guide riceve gran parte dei turisti e quindi non fa niente per avere un buon servizio; alla fine abbiamo accettato le condizioni più che altro per evitare altre perdite di tempo. Il gruppo di 13 persone si è diviso su 2 jeep (se non altro la nostra era quasi nuova ed in buone condizioni), io ho viaggiato con i 4 amici svizzeri e 1 francese, quindi 5 francofoni contro 1 italiano (che non parla francese!!!).
Dopo una visita veloce al cimitero dei treni nel mezzo del deserto, abbiamo raggiunto il mitico Salar de Uyuni!!! Siamo entrati da Colchani, principale punto di estrazione del sale, da li abbiamo raggiunto la Isla de los Pescadores attraversando un paesaggio surreale ed abbagliante. Dopo un paio d'ore di jeep nella luce accecante si è presentata all'orizzonte la Isla de los Pescadores che sembrava galleggiare nel cielo; mentre l'autista preparava il pranzo ho fatto un giro lungo il sentiero che porta fino alla cima dell'isola disseminata di cactus, dalla cima la vista si perde nell'immensità del Salar. Nel pomeriggio abbiamo percorso la pista che porta al villaggio di San Juan (per la sosta notturna) fermandoci in alcune zone del Salar parzialmente sommerse dall'acqua che crea giochi di luce che fanno sembrare la terra un tutt'uno con il cielo. Anche se nel villaggio di San Juan non abitano che qualche centinaio persone siamo riusciti a perderci per le sue vie, infatti gli amici che viaggiavano sull'altra jeep avevano trovato un "pub" e così ci eravamo accordati per incontrarci lì nel dopo cena. Dopo avere girato e rigirato lungo le strade sabbiose illuminate solo dalla luna piena, abbiamo trovato il pub chiuso e così siamo andati nella "discoteca" del paese, il problema è stato ritornare alla pensione visto che al buio le strade sembravano tutte uguali; fortunatamente si è fatto vivo l'autista al momento giusto e ci ha spiegato come ritornare alla "base". Il secondo giorno è stato tutto dedicato all'attraversamento di zone desertiche e di lagune con arrivo alla Laguna Colorada; questa probabilmente è stata la parte più faticosa di tutto il viaggio, a 4300 mt la camminata ai bordi della laguna con il vento gelido che soffiava è stata abbastanza impegnativa; il contrasto di colori tra il cielo azzurrissimo e il rosso della laguna (causato da alghe in sospensione) è davvero spettacolare. Il menù della serata prevedeva spaghetti con sugo di pomodori freschi e devo dire che non mi sarei mai aspettato di mangiarne di buoni in un posto così sperduto. Sveglia alle 4,30 per arrivare nella zona dei geyser in tempo per il sorgere del sole, colazione ai bordi di una laguna dove si trovano sorgenti calde ma visto la temperatura esterna ho preferito non fare il bagno. Ultima tappa del tour la bellissima Laguna Verde ai piedi dei 5960 mt del vulcano Licancábur; per raggiungere San Pedro de Atacama in Cile siamo dovuti trasbordare su un pulmino dividendoci in 2 gruppi, visto che la rappresentante della Colque ci aveva detto che loro erano l'unica agenzia che garantiva il trasporto diretto la cosa mi ha fatto veramente incavolare.
Superato il confine siamo ritornati alla civiltà, dopo giorni e giorni di strade sterrate e polvere ci siamo immessi su una strada asfaltata che ci ha portati dritti dritti a San Pedro; prima di entrare in paese però abbiamo dovuto superare gli accuratissimi controlli dei poliziotti cileni che ci hanno buttato all'aria tutti gli zaini. San Pedro anche se è molto turistico ha una bella atmosfera, con tanti locali, negozi e ristoranti caratteristici; tra l'altro pare che abbia la più alta concentrazione di agenzie viaggi al mondo in rapporto agli abitanti e alla dimensione del paese. Tra i vari tour io ho scelto quello alla Valle della Luna, siamo partiti nel tardo pomeriggio e visitato zone con formazioni rocciose insolite, per il tramonto siamo saliti in cima ad un'altissima duna e da lì abbiamo ammirato le rocce rosse cambiar colore al calar del sole con la luna e i vulcani sullo sfondo. Ho passato l'ultima giornata a San Pedro in compagnia degli amici svizzeri facendo un giretto per il paese e una bella cena in serata. Giusto qualche ora di sonno, infatti partenza alle 4 per il geyser El Tatio, in un paio d'ore abbiamo raggiunto i 4300 mt; la distensa di geyser è più imponente di quella vista in Bolivia, a una bella temperatura di -6° C abbiamo atteso il sorgere del sole. Nel resto della giornata siamo scesi verso Calama attraversando paesaggi bene o male già visti e visitando un paio di villaggi della zona, tutto sommato niente di speciale anzi per la fine del pomeriggio complice un po' anche la stanchezza mi ero anche un po' stufato. Molto simpatico nel villaggio di Chiu Chiu il fatto che esiste solo 1 telefono e quindi quando gli abitanti ricevono una chiamata vengono avvisati da un altoparlante.
Arrivato a Calama sono sono corso subito alla stazione del bus per prenotare il passaggio per Santiago trovando l'ultimo posto disponibile. La mattina seguente sono andato di buon ora a Chuquicamata per visitare la più grande miniera di rame a cielo aperto del mondo (che da sola produce quasi metà dell'intero prodotto interno lordo del Cile), ho dovuto aspettare più di 1 ora per l'apertura dell'ufficio e poi altre 3 ore per l'inizio del tour visto che è stata data la precedenza ad un mega gruppo di tedeschi. Dopo un video che mostrava le attività della miniera siamo saliti sul bus che ci ha portati dapprima ai bordi della grande cava lunga 4 km, larga 3 km e profonda 800 mt dove si estrae il materiale che con enormi camion (hanno ruote alte fino a 3 mt) viene portato nella fabbrica per la prima lavorazione. Successivamente dopo aver indossato la maschera antigas, scarpe, cappello e occhiali protettivi siamo stati portati nella fonderia dove vengono prodotte le lastre di rame che subiscono poi varie lavorazioni per arrivare ad una purezza del 99,99%. Il tour è stato veramente interessante ma visto che è finito molto più tardi del previsto ho dovuto fare una corsa per tornare a Calama per sistemare il bagaglio e prendere il bus; viste le 22 ore di viaggio ho scelto un bus salon cama con comode poltrone stile business class. Ho passato gli ultimi 2 giorni a Santiago visitando un po' la città prima di riprendere l'aereo per ritornare nel nostro emisfero.
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