Per le escursioni sulla barriera corallina esistono centinai di possibilita’, dalle immersioni (anche per chi non ha il brevetto) allo snorkeling, io ho scelto di fare snorkeling su Green Island, si tratta di una piccola isola corallina che potrei definire semplicemente stupenda. Oltre al passaggio in barca, si ha la possibilita’ di noleggiare pinne e maschera (che io avevo portato dall’Italia) o fare un giro in sottomarino; per camminare tra i coralli sono assolutamente indispensabili i sandali di plastica. Il punto piu’ bello dove nuotare e’ attorno al pontile dove attraccano le barche a circa 20 metri dalla spiaggia. Sono rimasto assolutamente STRABILIATO, si nuota in mezzo a centinai di pesci di tutte le dimensioni e colori; poco prima di ripartire qualcuno ha buttato dalla barca alcuni pezzi di pane, dopo pochi secondi c’erano decine e decine di pesci enormi (sembravano delle cernie). Mi sono concesso anche un giro in idrovolante sulla barriera riuscendo a scattare delle bellissime foto.

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Un escursione che purtroppo non sono riuscito a fare e’ quella al villaggio di Kuranda, che si puo’ raggiungere con un trenino che attraversa dei paesaggi molto molto suggestivi o con un ovovia che passa sopra la Rain Forest.

Lasciata Cairns la tappa successiva era Airlie Beach, ottima base di partenza per crociere in barca a vela tra le Whitsunday Islands.

Per spostarmi lungo la costa avevo acquistato il pass dei bus Greyhound che ha una rete molto capillare. I bus sono molto comodi, a chi viaggia da solo in genere il posto di fianco viene lasciato libero, lo svantaggio e’ che sono molto lenti visto che si fermano in ogni paese ed in alcuni fanno soste di 1-2 ore; per viaggi di 400-500 Km. ci vogliono circa 8 ore. Mi ha molto stupito notare come l’80-90% dei passeggeri di questo bus siano saccopelisti.

Durante il viaggio tra Cairns ed Airlie Beach ci siamo dovuti fermare ad una specie di dogana, i doganieri sono saliti sul bus ed hanno controllato attentamente tutte le borse alla ricerca di frutta. Ho scoperto cosi’ che la zona di Cairns e’ sotto quarantena perche’ la frutta e’ infestata dalla ‘mosca della papaia’, bisogna quindi evitare di portare frutta tra una citta’ e l’altra o consegnare quella che si ha ai doganieri pena multe salatissime.

Airlie Beach e’ un paesotto molto piccolo, vale la pena fermarsi solo se si ha intenzione di fare qualche crociera.

Poco prima di imbarcarmi, la mia agenzia mia ha comunicato che la mia crociera era annullata proponendomene un’altra, avrei veleggiato sull’Iceberg. Non ero mai stato su una barca a vela, ho dovuto adattarmi cosi’ a spazi ristretti, al razionamento dell’acqua e agli sballottamenti. La prima giornata e’ stata decisamente piacevole, mentre veleggiavamo tra un’isola e l’altra finalmente potevo godermi un po’ di relax prendendo il sole; lo skipper si e’ fermato in un paio di isole portandoci con il gommone in alcune baie particolarmente ricche di fauna marina, era quasi impossibile nuotare tanti erano i pesci!!!

Purtroppo con la sera sono cominciati i guai, stava per arrivare una perturbazione, che mi ha fatto scoprire di soffrire il mal di mare, cosi’ mentre i mie compagni cenavano con un bel piatto di lasagne, io ero in cabina con la nausea. Il secondo giorno la situazione non poteva che peggiorare, infatti con il mare decisamente mosso avremmo dovuto attraversare uno stretto abbastanza impegnativo, cosi’ mentre la barca si infilava tra un cavallone e l’altro, io ero impegnato a non vomitare, fortunatamente le pastiglie anti mal di mare che mi ero portato da casa hanno fatto il loro dovere. Il terzo giorno la situazione e’ migliorata leggermente, cosi’ prima di ritornare alla base siamo scesi su un’isola per fare una camminata nella foresta.

Quando finalmente ho rimesso i piedi a terra definitivamente, avrei voluto fare come il papa e cioe’ baciare il suolo!! Per mezzora poi mentre camminavo, avevo l’impressione che tutto quanto attorno a me ondeggiasse.

Tappa successiva era Hervey Bay, punto di partenza per visitare Fraser Island, l’isola di sabbia piu’ grande del mondo dichiarata dall’UNESCO Patrimonio dell’Umanita’; nel periodo tra fine agosto e ottobre vengono inoltre organizzate crociere per avvistare le balene.

Si puo’ visitare l’isola autonomamente ma ci si muove solo con mezzi 4WD e bisogna farsi rilasciare un permesso per la guida e il campeggio. Gli ostelli organizzano dei tour per i saccopelisti fornendo macchina cartine ed attrezzi da campeggio, una volta formati i gruppi (di 4-5 persone) si crea una cassa comune per l’acquisto delle vivande e si pianifica la visita dell’isola tenendo presente che il gruppo dovra’ gestire autonomamente gli eventuali imprevisti; il vantaggio principale di questi tour e’ il costo, se non ricordo male la spesa per 3 giorni e’ di 120 A$. Io per mancanza di tempo ho scelto il tour con guida di 2 giorni.

Il mio gruppo era composto da circa 20 persone e ci si spostava con un grosso mezzo 4WD. 

Per arrivare sull’isola abbiamo preso un piccolo traghetto; arrivati in prossimita’ della spiaggia, si e’ abbassato il portellone anteriore ed i veicoli hanno cominciato a sbarcare, la scena mi ricordava tanto lo sbarco dei Marines visto in tanti film di guerra!!

L’isola e ricoperta da una fitta foresta che e’ attraversata da stradine a senso unico che pero’ non sono battute e quindi la guida e’ abbastanza difficoltosa.

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La strada principale corre ad ovest lungo la Seventy-Five miles Beach, a dir la verita’ questa spiaggia funge anche da pista di decollo/atterraggio per piccoli aerei; salito su uno di questi per un giro panoramico dell’isola ho scoperto con piacere che una ragazza del mio gruppo era italiana, Iaia e’ stata l’unica backpackers italiana che ho incontrato in mese in Australia.

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L’unico inconveniente dell’isola e’ che non si puo’ fare assolutamente il bagno nel mare visto che e’ infestato dai pescecani, in compenso ci sono moltissimi ruscelli e laghetti con acqua limpidissima e freschissima.

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Tra i punti che mi sono piu’ piaciuti, il Waddy Point da cui si possono avvistare delfini, tartarughe marine e mante, le Champagne pool, il Lake McKenzie ed il Lake Birrabeen. Per raggiungere un altro piccolo laghetto il Lake Boomanjin abbiamo fatto una bellissima camminata attraversando un piccolo ‘deserto’. 

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Sull’isola sono molto comuni i dingo, questo cane selvatico mangia di tutto; mentre ci trovavamo nel campeggio per il pranzo ne abbiamo visto uno mangiare un cappello, dopo qualche minuto che lo osservavamo un signore svedese del gruppo si e’ accorto che il cappello era il suo, non gli e’ rimasto che recuperare quello che rimaneva, se non altro ha portato a casa un ricordo particolare.

Tornato sulla terra ferma, mi aspettava un trasferimento in ‘notturna’ per Brisbane, parecchie persone con cui avevo parlato mi avevano detto che non valeva la pena visitarla, a me tutto sommato e’ piaciuta. 

Ho fatto un giretto per il centro e nel pomeriggio ho preso il bus per il Lone Pine Koala Sanctuary dove finalmente ho potuto vedere da vicino questi simpatici marsupiali.

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