CAMBOGIA & THAILANDIA
16 ottobre - 6 novembre 2004

 

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Sono arrivato a Bangkok a distanza di 6 anni dalla mia ultima visita per partecipare ad un congresso assieme al gruppo di rappresentanti di associazioni di volontariato di cui faccio parte.

Durante la settimana di permanenza a Bangkok tra una sessione e l’altra del convegno sono comunque riuscito a girare un pochetto per la città che non smette di affascinarmi con la sua atmosfera che mi ricorda tanto quella di Blade Runner.

Ho trovato una città che si è sviluppata e modernizzata (forse anche troppo) con moltissimi grattacieli, strade in costruzione e la metropolitana che rende un po’ più agevoli gli spostamenti evitando il traffico caotico; piccola nota, il traffico è veramente caotico, un giorno ho voluto cronometrare il tempo di attesa davanti per un semaforo rosso: 13 minuti!!! In tutto questo caos gli automobilisti non si scompongono minimamente, di fatto non ho mai sentito un clacson suonare!!!

 

Devo dire che non posso che apprezzare ed ammirare l’estrema positività, serenità e gentilezza del popolo thai; di sicuro se la nostra società prendesse un po’ di lezioni di vita da queste parti si vivrebbe mooolto meglio.

 

Finito il congresso è finalmente cominciata la vacanza, destinazione Cambogia; prima tappa Phnom Penh. Da alcune foto e filmati che avevo visto mi aspettavo una città con un’atmosfera “decadente” invece abbiamo trovato un ambiente tutto sommato moderno. La povertà è molto evidente così come purtroppo il grande di numero di persone mutilate dalle mine che ancora oggi disgraziatamente fanno vittime innocenti.

Assolutamente toccante e scioccante la visita del Toul Sleng Meseum (S21) e del Choeung Ek Memorial (Killing Fields) dove durante la dittatura dei Kmer Rossi sono stati torturati e trucidati migliaia e migliaia di persone (bambini compresi).

Interessante la visita del palazzo reale, visto che da lì a qualche giorno sarebbe stato incoronato il nuovo Re alcune zone del palazzo erano chiuse per i lavori di preparazione della cerimonia ma fortunatamente siamo riusciti a visitare la pagoda d’argento.

Molto belli anche i mercati, decisamente “particolare” il banchetto con specialità culinarie cambogiane: insettoni e ragnoni fritti; sapevo di queste prelibatezze ed eravamo partiti con l’intenzione di provarli ma appena abbiamo visto una ragazza addentare un bel ragnone ci è passata la voglia.

Simpatico lo stile di guida, ci si infila “di forza” nel traffico continuo con gli altri automobilisti che semplicemente ti evitano.

Passati un paio di giorni a Phnom Penh (che direi sufficienti) ci siamo diretti verso la meta principale del nostro viaggio: i mitici templi di Angkor.

Molto carina la pensione che avevo prenotato via internet, tutta in legno con una carinissima veranda, dopo una veloce contrattazione ci siamo accordati con l’autista che ci era venuto a prendere in aeroporto e che si è dimostrato una persona seria ed affidabile.

Abbiamo optato per il pass di 3 giorni per l’accesso all’area dei templi, tutto sommato si è rivelata una scelta giusta per i nostri gusti visto che bene o male siamo riusciti farci una buona idea di questa meraviglia del mondo. La visita dei templi è decisamente impegnativa, un po’ per il clima molto caldo e umido e principalmente perché bisogna letteralmente scalare le strutture arrampicandosi per scale ripidissime e strettissime, tanto che in alcuni casi ho preferito evitare. I templi che mi sono piaciuti di più sono sicuramente quello di Angkor, anche se letteralmente assaltato dai visitatori (peccato non essere riusciti a visitarlo all’alba), quello di Bayon, e poi Angkor Thom immerso e sommerso dalla foresta.

Mi è piaciuta molto anche Siem Reap, soprattutto la sua atmosfera molto tranquilla anche se temo che tutta la zona diventerà prima o poi una sorta di Disneyland.

 

Dopo la settimana impegnativa trascorsa in Cambogia siamo tornati in Thailandia per passare gli ultimi 5 giorni del viaggio a rilassarci sull’isola di Ko Samet; pensavamo di stufarci a stare una settimana in spiaggia invece siamo stati benissimo ed il tempo è purtroppo volato. Samet è una meta ancora poco battuta dal turismo, il fine settimana però si popola di turisti locali e quindi c’è parecchio movimento. La sera i ristorantini sulla spiaggia preparano i tavoli direttamente sulla sabbia creando una bella atmosfera e cucinano il pesce freschissimo scelto direttamente dai loro banconi.

Il mare è bello ma non spettacolare così come la spiaggia bianchissima, peccato che i grossi motoscafi e gli scooter d’acqua scorrazzino fino a riva creando situazioni decisamente pericolose. Si possono visitare le isolette nei dintorni con varie escursioni ma alla fine abbiamo preferito starcene in panciolle in spiaggia e quindi niente escursioni.

 

Indubbiamente questo è stato uno dei viaggi che ho apprezzato di più, per i bei posti, l’ambiente, la compagnia, le persone incontrate e sicuramente non sarà la mia ultima visita nella terra del sorriso!!!

 

 

 

 

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