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ARGENTINA
di  Globtrotter

 

Finalmente in Argentina e in Patagonia in particolare, tra escursioni naturalistiche, trekking e molto altro, ospiti di una natura che da spettacolo.

periodo: fine agosto 2011
durata: 15 giorni
partecipanti: sei amici
organizzazione: voli e prenotazioni varie effettuate in Italia
 

Come scriveva D’Annunzio in Sogni di terre lontane, per noi il sogno era da anni l’Argentina e in particolar modo la Patagonia, “un puzzle di luoghi incantanti che non sembrano appartenere a questo mondo”. Le parole usate non sono le mie bensì di Sepulveda. E bisogna ammettere che queste poche pennellate riescono a descriverla perfettamente. Determinate atmosfere del Paese, quasi sospese nel tempo, le avevamo sempre vissute o con gli occhi attraverso i tanti documentari geografici trasmessi in tv, o con la mente, attraverso le tante letture tra le quali Patagonia Express, il diario di viaggio di Luis Sepulveda già citato e nostra fonte d’ispirazione. Per mille ragioni, che non stiamo qui a raccontarvi, nel corso degli anni, abbiamo sempre dovuto rimandare il viaggio. Ma il nostro pensiero non era mai stato archiviato. Il sogno era sempre lì nel cassetto, pronto ad essere vissuto. Continuavamo a ripeterci che prima o poi ci saremmo riusciti, che prima o poi sarebbe arrivata l’occasione giusta per partire. Ma una cosa più la si pensa, più riesci ad avvicinarla a te…. Dovrebbe esserci un detto che suona più o meno così, non nelle parole ma nell’essenza. La meta era condivisa anche da altri miei amici e questo mi ha permesso di raccogliere non poche informazioni sulla destinazione. Sei persone in tutto, due coppie, e due amici. Per quanto ci riguarda la preparazione del viaggio e poi il viaggio stesso, è stata un’occasione per ritrovarci tutti quanti assieme e condividere la nostra passione per il trekking e un determinato tipo di escursioni a diretto contatto con la natura.

In breve il nostro itinerario: Buenos Aires, Iguazù, Puerto Madryn, Penisola Valdes, Punta Tombo, Ushuaia, Canale di Beagle, El Calafate, Perito Moreno, Ghiacciao di Upsala e Onelli.

Una volta chiaro che il viaggio era realmente fattibile ci siamo dati da fare per l’organizzazione vera e propria, raccogliendo qualsiasi informazione che poteva risultarci utile alla riuscita del viaggio. Abbiamo prenotato tutto con largo anticipo. Ci siamo rivolti a Mundo Escondido che si è rivelato essere un valido interlocutore per la conoscenza diretta della destinazione e per i tanti consigli. Prenotando in anticipo abbiamo avuto anche un risparmio non indifferente rispetto alle quote che avevamo trovato in giro. L’idea del viaggio si è concretizzata più o meno a marzo 2011, entro i primi di giugno avevamo già prenotato tutto. Partenza agosto 2011, esattamente il 14, rientro in Italia il 28. Abbiamo speso intorno ai 3000 euro. Abbiamo volato sia per il volo intercontinentale che per i voli interni con l’Aerolineas Argentinas. E ci siamo trovati benissimo. Il viaggio ci è piaciuto tutto interamente ma la parte che ci ha entusiasmato di più è stata l’ultima a cominciare dalla navigazione sul Canale di Beagle al parco nazionale della Terra del fuoco, al Perito Moreno e così via. Forse perchè era la più attesa, la più sognata da tempo. Abbiamo visto proprio la Patagonia che avevamo sempre immaginato. Luoghi in cui la natura è un vero spettacolo. La navigazione nel canale di Beagle è ideale per l’osservazione della ricca fauna locale: leoni marini, cormorani. Il Faro è uno dei suoi simboli più conosciuti. Abbiamo ripercorso le rotte che alcuni secoli prima di noi avevano già fatto personaggi come Darwin o il comandante Fritz Roy. Punta Tombo è la riserva marina più importante di tutto il sud America. Ospita la più grande “pinguinaia” del mondo, ben 1.000.000 esemplari. Pinguini che noi comunque non abbiamo avvistato dato il periodo. Il ghiacciao del Perito Moreno, la più grande massa glaciale fuori dai poli incanta per i suoi colori che assumono tutte le tonalità di azzurro. Che meraviglia! All’ingresso del Parco ci sono state fornite tutta una serie d’informazioni su quello che c’è da vedere e curiosità varie, tipo che il villaggio più vicino dista circa 200 km. Il ghiacciaio con un fronte largo 4 km e alto circa 60 metri è come una quinta architettonica, davvero impressionante che chiude il lago argentino. Ogni tanto qualche pezzo di ghiaccio si stacca scivolando con rumore nelle acque del lago. C’è un detto locale che dice che assistere a questo evento porti fortuna … e allora noi lo lo siamo stati due volte, prima per aver visto lo spettacolo e dopo per la fortuna che ci è stata regalata.

El Calafate è stata la tappa d’obbligo per visitare il Perito Moreno che all’incirca da qui dista 80 km. E’ una cittadina di dimensioni ridotte ma molto vivace con negozi che si affacciano principalmente sulla via principale alberata che attraversa il centro. Per raggiungere il ghiacciaio abbiamo costeggiato il lago Argentino, seguendo un percorso in parte asfaltato e in parte sterrato e avvistando un fauna non indifferente. In zona oltre al Glaciar Moreno abbiamo ammirato sia il ghiacciaio Upsula che il ghiacciao Onelli, belli ma decisamente meno spettacolari.

Le immagini vengono a galla in ordine sparso, casuale, seguendo le emozioni vissute… ma molte cose al momento sfuggono, ne sono certo. Che dire della naturale maestosità delle cascate di Iguazù o di Buenos Aires? Avvicinarsi alle cascate, attraverso la stretta e profonda Gola del Diavolo è stata un’emozione indescrivibile. Su un canotto semi rigido abbiamo navigato per 2 km un tratto del fiume Iguazu Inferiore in mezzo a vortici d’acqua fortissimi. Brividi su brividi davanti a questo spettacolo della natura e una carica di adrenalina elevata all’ennesima potenza.

L’aeroporto internazionale di Ezeiza dista circa 45 km dal centro di Buenos Aires. Noi avevamo un servizio di transfer organizzato ma abbiamo visto che il centro in ogni caso lo si può raggiungere senza tanti problemi. Ci sono i taxi ovviamente ma anche i bus della compagnia Manuel Tienda Leon. Al centro di Buenos Aires, una delle vie più frequentate è la via Florida che conduce fino a Plaza De Mayo, divenuta famosa per le tante proteste che continuano ad esserci anche adesso. Dalla Casa Rosada che si trova su questa piazza un tempo si affacciavano Peron e la moglie Evita. Mentre eravamo a zonzo alla scoperta della città siamo stati catturati da due tangeros che sinuosi provavano i loro passi di tango…. spettacolo improvvisato non insolito che è possibile gustarsi con gli occhi in certe strade del centro. Il tempo atmosferico non è sempre stato dalla nostra parte. Sapevamo già che il periodo migliore per visitare quest’angolo di mondo va da ottobre a marzo, ma ahimè, nè io, nè tantomeno gli altri, potevano concederci un break dal lavoro più avanti. Per cui, se si può, meglio muoversi per questo viaggio nel periodo ottimale.

A Ushuaia vi consigliamo una sosta al Kuar in Avenida Perito Moreno. Si tratta di un ristobar con una bella atmosfera data anche dal grande camino centrale che caratterizza il locale. Si mangia bene e si beve dell’ottimo vino locale. Mentre a El Calafate ci ha colpito Pascasio. Se vi capita di passarci provate ad assaggiare la liebre a la cazadora che lo chef del locale prepara divinamente. In genere si mangia bene ovunque. Abbiamo assaggiato anche el calafate il frutto che da il nome alla città e che ha il potere di far ritornare in Patagonia a chi lo mangia. Sarà vero?… noi lo abbiamo divorato senza incertezze sperando che la cosa si avveri.

La carne argentina merita tutta la fama che si è conquistata oltre confine. Davvero ottima. Gli argentini hanno una vera e propria fissazione per la grigliata gigante che chiamano parrilla e che preparano con un misto di carni varie, salsicce, agnello, manzo, pollo. Una buonissima bisteccona ai ferri vi costerà meno di 10 euro, prezzo impensabile in Italia. Alcuni ristoranti propongono un menù a prezzo fisso e si può mangiare all’inverosimile. Se, da qualche parte invece, ordinate la pizza, vedrete che spesso vi verrà servita con una fetta di faina sopra. Paese che vai usanza che trovi! In alcuni luoghi come al Parque Nacional de la Tierra del Fuego che mi è piaciuto particolarmente, ma penso non solo a me, si può accedere, oltre alla parte cosiddetta ricreativa, solo se accompagnati da guide locali. La maggior parte del parco è vietata ai visitatori non accompagnati, alcune zone in particolare poi sono solamente accessibili agli addetti allo studio di questi ecosistemi.

Noi avevamo delle visite guidate già prenotate, in ogni caso mi sento di consigliare qualora si arrivasse in totale autonomia, d’informarsi bene fin dove è possibile accedere liberamente e dove è d’obbligo la guida naturalista. L’estremità sud della zona è comunque aperta al pubblico, e seguendo un sentiero si raggiunge il mirador di Baia Lapataia dove un cartello indica la fine della Ruta 3 che attraversa interamente l’Argentina: “ Aqui finaliza la Ruta Nac. N° 3. Buenos Aires 3.079 Km”. Siamo davvero alla fine del Mondo?

Il viaggio come passione
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